Capodanno con rescissione di contratto. Per Daniel Barel Tueto Foso, centravanti camerunese di soli 18 anni ma con un curriculum di trasferimenti da calciatore già consumato, l’ardito viaggio verso est che lo ha indotto a lasciare le giovanili della Roma si è rivelato un passo falso.

E a fregarlo è stato giusto quel paragone che sulle prime lo aveva lusingato. Quello con Daniel Olmo Carvajal, meglio noto come Dani Olmo, il calciatore spagnolo che per primo ha percorso in direzione ostinata e contraria la rotta che collega l’area ex jugoslava all’Europa occidentale dei ricchi.

Una rotta che di norma, quando si parla di giovani talenti del pallone, porta verso ovest e che invece vede crescere le eccezioni che spingono a est. Direzione Dinamo Zagabria, lì dove i due Daniel sono approdati in momenti diversi, ma entrambi da minorenni: Olmo nell’estate del 2014, Tueto a marzo del 2020.

Ma la storia dell’attaccante camerunense non è fatta soltanto di aspettative calcistiche fin qui non mantenute. Tutt’intorno c’è molto altro. Una fitta trama di colpi bassi, furberie e esercizi di cinismo che coinvolge club e agenti. Tutti pronti a operare senza tenere conto che in ballo ci sono calciatori minorenni.

Per i quali esisterebbero delle regole di tutela stabilite dalla Fifa e stilate per limitarne il più possibile i trasferimenti internazionali, ma che si rivelano facilmente eludibili. Specie laddove fanno capolino intermediari che un tempo lavoravano con uno dei soggetti più attivi nell’economia delle Third party ownership (Tpo), poi rapidamente inabissato: Doyen Sport Investments.

La fuga da Roma

Nell’ultimo giorno del 2021 è giunta la notizia della rescissione del contratto fra la Dinamo Zagabria e Daniel Tueto. A nemmeno due anni dall’arrivo in Croazia il calciatore nativo di Douala (19 anni il prossimo 23 febbraio) è stato liquidato e accompagnato con una certa delusione.

Un atteggiamento dettato dal paragone con Olmo, proposto dalla stessa Dinamo Zagabria attraverso il proprio sito ufficiale a marzo 2020 quando l’ingaggio dell’allora diciassettenne Tueto è stato ufficializzato.

«Un altro Daniel» si diceva allora, evocando i migliori auspici e stuzzicando un certo orgoglio patrio. Perché Dani Olmo si era spostato da ovest a est e perché da Zagabria il ragazzo di Terrassa ha conquistato una maglia da titolare nella nazionale spagnola e poi è stato ceduto per 35 milioni di euro al ricco RB Lipsia.

L’esperienza di Daniel Tueto è andata in modo completamente diverso. Come racconta un articolo del quotidiano sportivo croato Sportske Novosti, il suo score si è limitato a 157 minuti con la seconda squadra della Dinamo, che milita in seconda divisione. In totale otto presenze (di cui una sola da titolare e nessuna per 90 minuti) e un solo gol.

Nulla a che vedere coi numeri messi insieme durante l’esperienza con le giovanili della Roma, soprattutto i 21 gol realizzati nelle 29 partite disputate con la maglia dell’Under 17 giallorossa. Prima di arrivare nella capitale Daniel era già stato alla Spal e poi all’Atalanta. E per portarlo in giallorosso, quando il ragazzo aveva soltanto 13 anni, i dirigenti romanisti «dovettero far trasferire anche la famiglia», come riferisce un articolo de Il Romanista datato settembre 2018.

Cosa ciò significhi, lo sanno i dirigenti giallorossi e i familiari di Daniel. Fra i quali c’è anche un fratello, Steve Donovan Fotso Tueto, che ha provato senza fortuna esperienze calcistiche con Spezia e Reggina. Ma anche il passaggio in giallorosso è provvisorio. E si è interrotto bruscamente una notte di marzo 2020, quando i rapporti fra la Roma e il calciatore si sono fatti tesi perché Daniel ha deciso di resistere davanti alle proposte di contratto.

In piena notte il ragazzo abbandona il residence dove alloggia assieme ad altri tesserati delle giovanili. Le notizie di stampa riportate in quei giorni parlano di un furgone che passa a prenderlo e lo porta via, destinazione Zagabria. E a questo punto entra in ballo il personaggio chiave di questa storia: l’agente croato Andy Bara.

La galassia degli ex Doyen

Andy Bara è un ex calciatore di modesto livello, ma capace di costruire ottimi rapporti. Le infelici esperienze in Spagna (passa da Valencia e Logroñes senza lasciare tracce) gli consentono comunque di tessere una rete di relazioni che gli torna utile nel post carriera, quando al ritorno in Croazia si converte al ruolo di agente e diventa un uomo di massima fiducia per i fratelli Zoran e Zdravko Mamic.

Si tratta di due fra le figure più controverse del calcio croato che gestiscono la Dinamo Zagabria come un feudo personale. Zdravko ne è stato il presidente mentre Zoran l’ha allenata fino a marzo 2021 quando la Corte suprema croata ha condannato in via definitiva i due fratelli (6 anni e mezzo di carcere a Zdravko, 4 anni e 8 mesi a Zoran) per una frode fiscale da circa 15 milioni di euro perpetrata attraverso il club.

Quanto l’influenza dei due fratelli sulla Dinamo sia effettivamente stata ridimensionata, non è ancora dato sapere. Si sa per certo che a portare il sedicenne Dani Olmo a Zagabria è stato proprio Andy Bara, che ha pilotato l’affare anche in virtù dell’amicizia col padre del calciatore, Miquel, professione allenatore e scout.

Bara è anche vicino a altri personaggi che sono stati organici all’ex fondo Doyen. A partire dall’ex difensore dell’Atletico Madrid, Juanma López, che di Doyen è stato il referente spagnolo unitamente a un altro ex calciatore, Mariano Aguilar. E con l’ex amministratore delegato di Doyen, il portoghese Nelio Lucas Freire, Bara si è presentato a più riprese come agente dell’interista Marcelo Brozovic oltre a dare chiarimenti dopo le rivelazioni di Football Leaks relative all’ex romanista Ante Coric.

Di tutto ciò rimane adesso il rapporto con Juanma Lopez, consolidato dopo la fondazione dell’agenzia Niagara Sports. Che gestisce fra gli altri, oltre a Olmo, lo juventino Alvaro Morata (ex Doyen, non a caso), il milanista Timoué Bakayoko e il neo fiorentino Jonathan Ikoné. A dar man forte alla coppia formata da Juanma López e Andy Bara provvede Marco Busiello, ex Football Capital che si è messo in proprio fondando l’agenzia First.

Lo “scippo”

Nel marzo 2020, mentre Daniel Tueto approdava a Zagabria, Andy Bara rilasciava dichiarazioni compiaciute sull’acquisizione del giovane talento «cercato da Juventus e Lione» e senza stare troppo a sottilizzare sul modo in cui lo aveva portato via da Roma.

Raccontava di come aveva convinto il calciatore e la sua famiglia a privilegiare la rotta inversa, da ovest a est. L’articolo che riportava queste dichiarazioni si concludeva con l’annotazione sull’attesa dell’autorizzazione Fifa, indispensabile per perfezionare il trasferimento internazionale di un calciatore ancora minorenne. Autorizzazione che ovviamente è arrivata.

Adesso che il ragazzo camerunese è stato spedito via senza tanti complimenti, portandosi dentro un senso di sconfitta che certamente ne segnerà la carriera, il signor Bara tace. Preferisce farsi fotografare assieme a Ikoné nel giorno della presentazione ufficiale in Fiorentina. Un altro affare nel quale è intervenuto Busiello.

I due sono stati attivi nel portare anche i fratelli Alessio e Matteo Tonon dal Milan alla Dinamo Zagabria. Altri ragazzi che fanno la rotta inversa, abbacinati dal miraggio di essere i prossimi Dani Olmo. Se ci sarà gloria, sarà per tutti. Se sarà fallimento, lo sarà solo per loro.

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