«Il governo deve aiutare con un ristoro dell’80 per cento tutte le aziende fino a 50 milioni di fatturato. Sì, costa 35 miliardi, ma sono gli ultimi. E poi, vaccinare gli over 70 e i fragili con almeno una dose e riaprire il 15 maggio. Modello inglese». Questa la proposta che Carlo Calenda, leader del partito Azione, ha riportato in un’intervista a La Stampa.

Tuttavia, il cuore dell’intervista è la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative che eleggono il sindaco di Roma e che sono previste per autunno. «L’unica cosa che temo di perdere è il tempo e l’attenzione dei cittadini – dice Calenda che è stato il primo a candidarsi per la poltrona del Campidoglio – Non possiamo stare tre mesi ad attaccarci tra noi invece di parlare agli elettori. Come faccio a restare fermo fino a giugno? Finora, gli unici in campo siamo io e la Raggi. Il mio obiettivo è arrivare al secondo turno: perché lì, come dicono i sondaggi, batterei la Raggi di 20 punti. E lo farò con una proposta civica che si rivolge ai cittadini a prescindere dall’orientamento politico. Del resto anche la destra non riesce a trovare candidati».

Infatti i nomi del candidato di Salvini, Meloni e Berlusconi non è stato reso noto, così come quello del Partito democratico che inizialmente sembrava essere d’accordo con la candidatura dell’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, per poi fare dietrofront e invocare le primarie interne al partito.

«Io ho detto a Letta che sono disponibile in ogni momento a decidere insieme squadra, deleghe e programma, ma ciò a partire dalla mia candidatura che dopo mesi è l’unica in campo – spiega Calenda – Non si butta a mare un lavoro sul programma fatto da circa 200 persone, una campagna d’ascolto con 500 associazioni fatta in tutti i municipi. Ho detto a Enrico: c’è un tema che riguarda la classe dirigente locale. Facciamo insieme un’operazione di rinnovamento. Ma con le primarie, ove mai si facessero, il rischio di una spartizione tra correnti e il trionfo delle truppe cammellate sarebbe elevatissimo».

Il programma di Calenda «parlerà a tutta la cittadinanza» assicura e sarà incentrata su «progetti concreti su rifiuti, trasporti, verde». Ma, ancora una volta, è disposto a lasciare una porta aperta per Enrico Letta soprattutto ora che Nicola Zingaretti ha confermato di nuovo di non voler gareggiare per la capitale.

Leggi anche:

© Riproduzione riservata