In Campania, negli anni scorsi, Nicola Cosentino era diventato il plenipotenziario di Forza Italia assumendo il ruolo di sottosegretario all’Economia nel governo Berlusconi con delega al Cipe, un organismo cruciale per gli investimenti economici nel nostro paese.

Una carriera interrotta dall’inchiesta giudiziaria, accusato di essere referente nazionale del clan dei Casalesi, il politico è stato condannato a dieci anni per concorso esterno in associazione camorristica in secondo grado.

Ma non è il più tempo di Nicola Cosentino e neanche del senatore Luigi Cesaro, una vita a difendersi dalle parole dei pentiti che lo davano vicino a diversi clan, e riuscendo a non farsi travolgere dalle bufere giudiziarie. Forza Italia archivia quella stagione, ma non completamente. In lista per le prossime elezioni politiche spicca una fedelissima di Cosentino e un imprenditore a processo.

Il caso Silvestro

Partiamo dalla provincia di Napoli. Due anni fa, la commissione parlamentare di inchiesta sulle mafie stilava una lista di cosiddetti impresentabili in vista delle elezioni regionali, tra questi c’era Francesco Silvestro, candidato in una lista di centrodestra. Sono trascorsi due anni, ma Silvestro si candida al Senato con Forza Italia.

Silvio Berlusconi, che anche lui in Campania, non può fare a meno dell’imprenditore napoletano. Silvestro è impegnato nel settore della produzione di materassi, le sue aziende ne fabbricano cinquemila al giorno, ma non riesce a rinunciare alla passione per la politica e ha deciso di candidarsi dopo il confronto con l’amico Fulvio Martusciello, parlamentare europeo e berlusconiano della prima ora. «Lo faccio per il territorio, chi ha successo nella vita privata può dare tanto anche nella vita politica, difenderò i campani», promette Silvestro.

Silvestro è sotto processo per tentata concussione, il procedimento è in corso davanti al tribunale di Napoli e fa riferimento a fatti accaduti quando era presidente del Consiglio comunale di Arzano, amministrazione locali sciolta per infiltrazioni mafiose. L’accusa riguarda i rapporti con l’impresa affidataria della raccolta dei rifiuti.

Secondo la pubblica accusa, l’ex sindaco Giuseppe Fuschino e Silvestro avrebbero con diverse azioni costretto l’amministratore unico della Senesi spa (aggiudicataria dell’appalto) a inserire nell’organico della società diversi dipendenti e a stipulare contratti di appalto con un’impresa del territorio. «Sono serenissimo, in aula dimostreremo con testimonianze e atti che nulla di indebito è stato fatto», dice Silvestro.

A processo anche la richiesta di versare ventimila euro ai consiglieri comunali tramite una sponsorizzazione alla squadra di pallavolo locale. Soldi che una volta fatturati sarebbero stati girati ai consiglieri. Ma anche su questo Silvestro si dice «serenissimo» e respinge ogni addebito. Un ultimo episodio riguarda un incidente stradale, in cui l’imprenditore era alla guida della macchina intestata alla madre.

L’auto sarebbe stata sprovvista di revisione e per evitare la multa Silvestro «istigava il titolare di una società di revisioni ad attestare sul libretto l’avvenuta revisione del veicolo», si legge nelle carte dell’inchiesta. «Si esprimerà la magistratura», dice Silvestro. Rinuncerà alla prescrizione che incombe? «Queste cose le discuto con l’avvocato», dice il possibile senatore.

In nome del padre

Un’altra candidata è Annarita Patriarca, attuale consigliera regionale e in passato sindaca della sua città di Gragnano in provincia di Napoli. Quando vinse le elezioni, nel 2009, una foto raccontava alleanze e amicizie. C’era l’avvocata appena eletta in compagnia di Luigi Cesaro, il presidente della provincia di Napoli, all’epoca indagato e poi archiviato dall’antimafia partenopea. C’era anche Nicola Cosentino, in quel momento a processo per concorso esterno in associazione mafiosa e poi condannato.

Una storia finita male con lo scioglimento del comune, sancito nel 2012 dal governo di Mario Monti con decreto della presidenza della Repubblica.

Nicola Cosentino è un amico di famiglia, testimone delle nozze tra Annarita Patriarca ed Enrico Martinelli, già sindaco di San Cipriano d’Aversa. Martinelli è stato arrestato, nel 2012, per concorso esterno in associazione camorristica e poi condannato, ma gli avvocati Valerio Spigarelli e Paola Balducci hanno presentato una richiesta di revisione alla corte d’Appello di Roma.

Ora Patriarca ci riprova e tenta il salto in parlamento, in famiglia la politica è passione che si eredita. Il padre della candidata è lo scomparso Francesco, senatore democristiano condannato in via definitiva per rapporti con la camorra.

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