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Se esiste un “carattere nazionale del giornalismo” un tratto del giornalismo italiano è certamente una certa indulgenza verso le forze di polizia, esito tanto degli anni di piombo quanto del desiderio degli editori di evitare attriti.
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L’incapacità di correggersi delle amministrazioni pubbliche ha come premessa e risultato la frase che un agente scaraventa sui detenuti durante il pestaggio di Santa Maria Capua a Vetere: «Lo stato siamo noi!».
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Senza sottovalutare i vizi strutturali, dalla farraginosità delle norme con conseguente produzione di “burocrazia difensiva” all’incertezza e alla sovrapposizione delle competenze, è evidente che alle inadeguatezze concorrono colpe individuali.
Se esiste un “carattere nazionale del giornalismo”, ipotesi di lavoro che da tempo ispira ricerche universitarie statunitensi, un tratto del giornalismo italiano è certamente una certa indulgenza verso le forze di polizia, esito tanto degli anni di piombo quanto del desiderio degli editori di evitare attriti con quel mondo. Si potrebbe spiegare così il silenzio distratto di quasi tutti i nostri media su una vicenda in cui si mostrano aspetti rilevanti della crisi italiana: il pestaggio di 176



