Monsignor Alberto Perlasca, capo ufficio della segreteria di Stato vaticana e testimone chiave nel processo a carico dell’ex cardinale Angelo Becciu, già Sostituto agli Affari generali della Santa sede caduto in disgrazia nell’ambito dell’inchiesta legata alla compravendita del palazzo londinese a Sloane Avenue, si è costituito parte civile.

A rappresentarlo sarà l’avvocato Angelo Alessandro Sammarco. È l’ultimo atto del processo che coinvolge – oltre al porporato sardo – Enrico Crasso, Fabrizio Tirabassi, Gianluigi Torzi e Nicola Squillace, protagonisti dell’affaire che ha svuotato le casse del Palazzo apostolico. Così questa mattina, in occasione della quattordicesima udienza processuale, è arrivato il colpo di scena di mons. Perlasca.

Lo scorso dicembre, Angelo Becciu aveva richiesto un sequestro conservativo dell’entità di 500mila euro al vescovo comasco e a una sua stretta conoscente, Genoveffa Ciferra, per una presunta «condotta dannosa» a carico dell’ex Sostituto.

La richiesta è stata poi respinta dal giudice Lorenzo Azzi. Allora il legale di Becciu, Natale Callipari, aveva presentato ricorso perché i principali elementi a carico dell’ex cardinale sarebbero basati su dichiarazioni di Perlasca. L’ex collaboratore di Becciu aveva riferito agli inquirenti vaticani di aver subito una «gravissima pressione per il tramite del vescovo di Como, Oscar Cantoni» dall’ex porporato. Prima che fosse rinviato a giudizio, infatti, Becciu è stato privato delle prerogative cardinalizie da papa Francesco stesso. 

© Riproduzione riservata