In piena notte si sono costituiti i due carabinieri condannati per la morte di Stefano Cucchi. Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro si sono recati nella caserma Ezio Andolfato di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, sede del carcere militare giudiziario.

  • I due esponenti dell’Arma, condannati dalla sentenza della Cassazione di lunedì 4 marzo a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale, si sono consegnati ai colleghi prima di essere trasferiti nel penitenziario. D’Alessandro ha dichiarato al suo legale Maria Lampitella: «Sono amareggiato perché non sono l’assassino di Stefano Cucchi, ma rispetto la decisione dei giudici perché sono un carabiniere nell’animo».

  • In tarda serata è arrivata anche la reazione del comando generale dei carabinieri. In una nota l’Arma si è detta vicina «alla famiglia Cucchi di cui condividiamo il dolore e alla quale chiediamo di accogliere la nostra profonda sofferenza e il nostro rammarico». Sempre nel comunicato, il comando ha sottolineato il proprio dolore «perché i comportamenti accertati contraddicono i valori e i principi ai quali chi veste la nostra uniforme deve sempre e comunque ispirare il proprio agire».

  • Per la sorella della vittima, Ilaria Cucchi, dopo la decisione della Corte, «giustizia è stata fatta. A questo punto - ha aggiunto - possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo». Giovedì 7 aprile ci sarà l’udienza per l’inchiesta sui depistaggi in cui sono accusati altri otto carabinieri.

© Riproduzione riservata