«La presenza di Durigon in mezzo a questa storia per noi è più un problema che altro: ci penalizza, toglie l’attenzione dalla vera questione: la malagestione di Enpaia della vendita di questi appartamenti». Dietro all’acquisto a prezzo di favore di una casa con cantina in uno dei quartieri di lusso di Roma del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon c’è infatti una vicenda più complessa. Coinvolge decine di inquilini che hanno acquistato le case dall’Enpaia, l’ente previdenziale degli impiegati in agricoltura.

Negli ultimi mesi si sono messi insieme e hanno intrapreso una causa con l’Ente. Denunciano mancanza di trasparenza, trattamenti di favore, nessun rispetto delle procedure previste dalla legge. Domani ha intervistato uno di loro, che chiede di restare anonimo. È uno degli inquilini che hanno avviato un ricorso al Tar per chiedere l'accesso gli atti e chiesto al tribunale amministrativo di trasmettere gli atti alla Corte dei Conti affinché vengano accertati eventuali illeciti contabili: «Non la finiremo finché non avremo accesso a tutte le carte. Noi non ci fermiamo. Vogliamo chiarezza».

Dal canto suo Enpaia ha precisato più volte a Domani di aver seguito tutte le regole previste nelle delibere sulla dismissione immobiliare. Insomma, per l’Ente non c’è nulla fuori posto. Ma questo non basta a un gruppo di inquilini che chiedono, anche attraverso la giustizia amministrativa, maggiore trasparenza.

Come il sottosegretario Durigon, il governatore del Lazio Francesco Rocca, e l’ex presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini (deceduto un anno fa, ndr), avete acquistato le case da Enpaia a un prezzo inferiore a quello di mercato, ma avete fatto causa all’Ente. Perché?

«Noi abbiamo subito un ricatto».

Addirittura.

«Ci è stato detto che se non avessimo comprato avrebbero venduto tutto ai fondi. Parola del direttore dell’Enpaia, il dottor Roberto Diacetti. Non ce l’ha comunicato nemmeno lui, ma il portiere. In realtà non abbiamo contezza di nessun fondo. Il prezzo non era appetibile per loro? O noi offrivamo di più?».

Sono stati venduti tutti gli appartamenti?

«Macché. Quattro sono ancora in affitto. Poi ci sono due mansardine e cinque appartamenti vuoti. Ora sono sporchi, fatiscenti, lasciati a loro stessi. Abbiamo chiesto di comprarli in blocco, anche per avere una miglioria sul prezzo, pratica utilizzata spesso nelle dismissioni degli enti. Ci è stato comunicato dall’architetto Trisciuzzi, direttore del patrimonio immobiliare di Enpaia, che l’organo superiore aveva detto di no».

Quale sarebbe questo “organo superiore”?

«Lo sa solo Trisciuzzi, anche perché non esiste una delibera in tal senso. Lei comprende che una questione così importante non può essere taciuta al consiglio di amministrazione né liquidata in questo modo?».

Per quale motivo tutta questa opacità?

«Chiedetelo a Enpaia. Io penso possa esserci dietro un enorme danno erariale».

È un'accusa molto seria.

«Enpaia gestisce i soldi delle pensioni dei lavoratori. È un ente pubblico. Dovrebbe curare gli interessi di quelle persone. In che modo lo ha fatto? Negli ultimi mesi sta spendendo molto in parcelle di avvocati: perché preferisce una causa lunga e costosa alla trasparenza a cui invece sarebbe obbligata? Appare evidente che ha qualcosa da nascondere se preferisce pagare fior di parcelle anziché trasmettere tutta la documentazione e risparmiare i soldi dei contribuenti».

Quindi basterebbe leggere gli atti relativi alla vicenda.

«L’ente non li ha mai forniti, né durante il processo di vendita, né dopo. Abbiamo dovuto mettere in mezzo un legale, fare ricorso al Tar prima e al Consiglio di Stato poi. I giudici hanno detto che Enpaia doveva essere una casa di vetro e fornire tutto, invece che documenti sbianchettati. Ha nominato anche un dirigente del ministero del Lavoro come commissario ad acta: anche in questo caso niente».

Com’è possibile?

«Il commissario è Angelo Marano, direttore generale per le politiche previdenziali per il ministero di cui Durigon è sottosegretario. Avrebbe dovuto insediarsi, aprire fascicoli, cercare i documenti. Ci ha trasmesso solo quello che voleva Enpaia, decidendo addirittura lui quello che Enpaia avrebbe dovuto darci, sostituendosi ai giudici che avevano stabilito che dovevamo avere tutto».

Il vostro avvocato ha contestato l’operato del commissario Marano e per questo motivo è stato querelato.

«Le pare normale che un avvocato viene querelato per aver chiesto l’ottemperanza di due sentenze di Tar e Consiglio di Stato? Ti chiedono la dichiarazione di assenza di conflitto di interessi e rispondi che è presente sul sito, quando poi il Responsabile della Trasparenza e Prevenzione della Corruzione del Ministero del Lavoro dichiara che il documento non è mai stato pubblicato sul sito? Vedremo cosa decideranno all’Anac e in procura. Magari in quell’occasione salteranno fuori i documenti, oppure si valuterà se aprire un fascicolo per omissione d’atti d’ufficio, chissà. Perché oltre ai ricatti e alla mancanza di trasparenza, potrebbe esserci dell’altro».

Cosa altro?

«Le spiego: molti di noi hanno acquistato queste case perché ne erano locatari da alcuni anni. In questi immobili alcuni di noi hanno speso decine di migliaia di euro di ristrutturazioni, perché spesso erano fatiscenti. Non per migliorie estetiche, ma per problemi funzionali, come gli impianti elettrici e i tubi dell’acqua. Se non avessimo comprato, avremmo perso molto. Chi era dentro da più di 36 mesi aveva uno sconto del 30 per cento, chi da meno del 20».

Il prezzo era comunque inferiore a quello di mercato.

«Ma come è stato calcolato non ci è chiaro. Noi abbiamo fatto fare una valutazione terza: il prezzo al metro quadro a cui l’ente ha venduto è nella forbice più alta tra i range dei prezzi possibili per la zona. Peraltro non a tutti è stato applicato lo stesso sconto, anzi, a seguito di una prima procedura che avrebbe consentito di attendere la maturazione dello sconto con qualche altro mese in affitto, l’Ente ha annullato tutto e si è proposto un “prendere o lasciare”, peraltro a fronte di una richiesta di “silenzio” da parte degli acquirenti».

È comunque un ottimo prezzo per la zona.

«Se l’immobile è in buone o in ottime condizioni, sì. Ma con quelli che sono i costi delle ristrutturazioni il prezzo si attiene al valore di mercato»

Lei non si sente di aver fatto l’affare della vita, mi sembra di capire.

«Ora noi vogliamo chiarezza, quella che è sempre mancata da parte di Enpaia e del direttore generale Diacetti. Deve rispondere a molte domande. Noi non stiamo difendendo solo i nostri diritti, ma anche quella dei lavoratori che affidano i soldi delle loro pensioni all’ente: si sentono tutelati da questa gestione?»

Cosa chiedete quindi?

«Trasparenza e chiarezza. Questa non è materia solo da giudici amministrativi: cosa ne pensa la procura di Roma? E la corte dei conti? Sarebbe bene che intervenissero con forza».

© Riproduzione riservata