Inizio lavori: 28 agosto 2017. Fine lavori prevista: ottobre dello stesso anno. Non solo una tinteggiatura di routine, come è prassi quando entra un nuovo inquilino. Ma ragguardevoli lavori di ristrutturazione per la dimora di pregio da consegnare all’inquilino eccellente Claudio Durigon. E quindi vasca da bagno angolare, sanitari e termosifoni, porte interne, infissi, avvolgibili motorizzate, lamatura e levigatura del parquet e pure dei cotti esterni. L’elenco è solo una parte dei lavori pagati dalla fondazione Enpaia, l’ente previdenziale degli addetti all’agricoltura, per rimettere a lucido l’appartamento da 170 metri quadri in una delle zone più esclusive di Roma prima che entrasse Durigon, all’epoca solo vicesegretario dell’Ugl, qualche mese dopo sottosegretario al Lavoro del governo Conte I. La cifra complessiva delle fatture pagate nel 2018 alla ditta edile Sama è di 33mila euro. I documenti ottenuti da Domani rivelano anche che l’azienda ha applicato uno sconto, così Enpaia ha dovuto versare solo 27mila euro.

Si tratta della stessa casa che il ras della Lega di Salvini nel Lazio ha acquistato da Enpaia nel 2022 con il 30 per cento di sconto grazie all’operazione di dismissione immobiliare dell’ente di cui hanno beneficiato diversi politici: oltre a Durigon, anche il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, e Franco Frattini, l’ex ministro di Berlusconi nonché presidente del Consiglio di stato scomparso a Natale del 2022. Persino il direttore di Enpaia, Roberto Diacetti, ha usufruito dello sconto per diventare proprietario, a prezzo stracciato, di un attico ai Parioli, altro quartiere vip della Capitale. Anche per Frattini Enpaia ha pagato i lavori, oltre 90mila euro prima che entrasse come locatario.

Un caso chiamato Durigon

Tuttavia il caso Durigon è unico nel suo genere. Perché, se da un punto di vista formale l’ente ha le delibere che hanno permesso a Durigon di comprare l’appartamento con la scontistica in ordine, i nuovi documenti ottenuti dimostrano ancora una volta il conflitto di interessi, o quantomeno l’inopportunità della condotta. Lo sconto del 30 per cento è stato garantito agli inquilini da almeno 36 mesi degli immobili Enpaia. Il leghista è entrato in quella casa nel 2017 in qualità di vicesegretario dell’Ugl. Il sindacato si è intestato il contratto di affitto e ha pagato le mensilità. Un anno dopo però Durigon è stato nominato sottosegretario al Lavoro nel governo Conte I. L’affitto è rimasto, però, in capo ancora a Ugl, che ha continuato a pagare ogni mese. Ecco, dunque, il primo conflitto di interessi: l’Ugl ha garantito l’alloggio non più a un suo dirigente apicale, bensì al sottosegretario del ministero del Lavoro, con cui si sarebbe dovuta interfacciare per tavoli tecnici o per portare all’attenzione del dicastero le istanze dei propri iscritti.

Dopo gli scoop di Domani, Durigon aveva assicurato di poter dimostrare di aver restituito con bonifici il denaro speso dal sindacato. Ricevute che nessuno ha ancora mai visto. Neppure i pm che indagano sull’intreccio Enpaia, Ugl, Durigon. Indagine ancora contro ignoti. «Nessun conflitto di interesse», si difende con Domani il sottosegretario, «avevo quell’ immobile dal 2017 come dirigente sindacale.Vale la pena di ricordare che Ugl è un’associazione non riconosciuta che non fa parte di Enpaia e non esprime rappresentanti nei suoi organi». Ma il ministero del Lavoro, cioè lui, ha l’obbligo di vigilare su Enpaia.

Fatto sta che, in virtù di quel periodo maturato da inquilino grazie a Ugl, Durigon ha potuto beneficiare dello sconto Enpaia. Così l’anno scorso, pochi mesi prima di diventare di nuovo sottosegretario al Lavoro, ha definito l’acquisto dell’immobile Enpaia: quasi 200 metri quadri, un bel terrazzo ad angolo, più box auto da 25 metri quadri, a soli 469mila euro. Sul mercato, in quella prestigiosa zona vale almeno il doppio. Solo il garage, a prezzi attuali, può costare oltre 50mila euro. Il metodo con cui ha maturato la prelazione per la scontistica ha suscitato le proteste di un gruppo di inquilini, che ha presentato ricorsi per l’accesso agli atti.

Come ha potuto maturare i 36 mesi necessari, si chiedono, se il contratto di affitto era intestato a Ugl? Il diritto all’acquisto agevolato ricadeva sul sindacato, non sul politico, accusano. Enpaia aveva spiegato di aver rispettato le linee guida interne: «Le nostre procedure sono state caratterizzate dalla massima trasparenza». Durigon, contattato, ha risposto: «La casa necessitava di alcune manutenzioni, come la tinteggiatura, la manutenzione degli infissi, l’aggiornamento dell’ impianto elettrico non a norma». Nell’elenco mancano i bagni, le porte e così via. Il leghisti poi aggiunge: «Ho poi chiesto di fare altri lavori, a mie spese, e sono stato autorizzato dall’Ente. Lavori che, ovviamente, ho pagato di tasca mia». Su quest’ultimo punto in realtà Enpaia sostiene che gli interventi li ha chiesti Ugl e pagati il sindacato. A chi credere?

Verifiche ministeriali

In questo intreccio di interessi, accuse e sospetti, è bene ricordare l’altro lato del conflitto di interessi, che riguarda il ruolo di Enpaia: la fondazione previdenziale è sotto la vigilanza del ministero del Lavoro, in particolare dell’ufficio sul quale ha le deleghe da sottosegretario Durigon. A febbraio, quando Domani ha pubblicato le prime puntate di questa inchiesta, avevamo chiesto conto a Enpaia dei lavori nell’appartamento di Durigon. La fondazione aveva confermato che i lavori erano stati fatti con una richiesta inviata a Enpaia nel 2017 firmata dal titolare del contratto, cioè Ugl. Chi ha pagato dunque? «Di sicuro Enpaia non ha pagato un centesimo», assicuravano dall’ente. Il sindacato, invece, alle nostre domande su chi avesse pagato e sull’entità dei lavori non aveva mai risposto.

Ora è certo che la parte più sostanziosa l’ha saldata Enpaia, oltre 30mila euro. Per Enpaia, insomma, non c’è nulla di strano, «i lavori pagati a Ugl sono di routine, gli interventi vengono effettuati sulla base di una nota che fanno gli uffici e scrivono cosa è necessario fare». Dall’ente poi aggiungono: «Ugl aveva chiesto ulteriori lavori a carico Enpaia (demolizione pavimenti e rivestimenti bagni), ma abbiamo risposto che sarebbero stati a loro carico». Il che mette in dubbio la versione «li ho pagati di tasca mia» di Durigon.

Di certo gli uffici del ministero del Lavoro hanno avviato alcune verifiche sulla fondazione. A occuparsene è lo stesso ufficio nel quale spadroneggia il sottosegretario Durigon. Da quanto risulta, gli accertamenti non sono ancora terminati e finora non hanno prodotto segnalazioni né in procura né alla Corte dei conti, il cui intervento è invocato invece dai legali degli inquilini che stanno conducendo contro Enpaia una battaglia per la trasparenza sugli atti relativi alle dismissioni immobiliari. Nel mirino l’ufficio che ha avviato le verifiche, allo stesso tempo il regno del potente sottosegretario leghista. L’ennesimo cortocircuito di questa storia di conflitti di interessi e inopportunità.

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