Massimo Ferrero, l’imprenditore ex presidente della Sampdoria, è stato arrestato ieri dalla guardia di finanza, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola (provincia di Cosenza) per reati societari e bancarotta.

Le accuse

Ferrero è accusato di «plurimi delitti di bancarotta», insieme ad altre otto persone, Vanessa Ferrero, la figlia, Giorgio Ferrero, suo nipote, Laura Sini, Giovanni Fanelli, Aniello Del Gatto, Cesare Fazioli, Paolo Carini e Roberto Coppolone. 

Persone «in prevalenza legate da relazioni di parentela, amicizia, frequentazione e/o collaborazione» nelle società Ellemme, Blu Cinematografica, Blu Line e Maestrale, tutte dichiarate fallite e appartenenti allo stesso “gruppo Ferrero”, riconducibili a Massimo Ferrero stesso, come si legge nell’ordinanza del tribunale di Paola. 

Nel corso delle indagini la guardia di finanza ha ricostruito come le varie operazioni di distrazioni di fondi delle società attuate dai Ferrero e soci ne abbiano portato al fallimento, e come la liquidazione delle società stesse sia stata trasferita illecitamente ad altre aziende del “gruppo Ferrero”, «in primis l’Eleven Finace».

«Le condotte di reato – prosegue l’ordinanza – consistono anche nella sistematica alterazione dei risultati patrimoniali, successivamente traslati nei bilanci societari, e nel simulato furto di tutta la contabilità delle società fallite». Ai pm non è apparso infatti verosimile, come invece raccontato dai Ferrero, che tutta la documentazione contabile si trovasse in un’unica borsa di pelle all’interno di un’Audi S8 di cui ne è stato denunciato il furto. Né è apparso loro credibile che non ne esistesse nemmeno una copia informatica.

«Deus ex machina»

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Al centro delle operazioni «per accumulare beni e risorse a fini personali» per i pm c’è «un’unica regia», quella di Massimo Ferrero, definito nell’ordinanza il «deus ex machina dei reati di bancarotta contestati».

Per i pm Ferrero, pur non avendo ruoli formali all’interno delle società, ne era l’amministratore di fatto. Lo conferma lo stesso ex patron della Sampdoria, in un’intercettazione del 3 gennaio 2021: «Che ruolo hanno i miei familiari? – nella gestione delle società, ndr – Nessuno! Ferrero punto!». La sua rilevanza si evince anche da come abbia continuamente fornito direttive e indicazioni su come utilizzare i fondi delle società, e come gestire le dichiarazioni di fallimento.

La contabilità

In una conversazione telefonica del 22 ottobre 2020 il commercialista che cura gli aspetti economici delle società, Gianluca Vidal, chiama Massimo Ferrero per avere delucidazioni in merito a una posizione sulle carte della Farvem Real Estate, altra società riconducibile a Ferrero, tramite la quale ha acquisito 60 sale cinematografiche per 59 milioni di euro. «A un certo punto si perdono nella notte dei tempi – dice Vidal – e non esiste più la contabilità».

«Allora – risponde Ferrero – parliamo di 13, 14 anni fa: io chiedo sette milioni e 600mila euro per i palazzi di Farvem. Loro mi mettono tre milioni, con dei titoli intestati a Laura Sini (l’ex moglie di Ferrero, ndr) e Massimo Ferrero. Mi fanno mettere altri soldi a garanzia, che allora facevo il cinema e ce li avevo».

«Un po’ di anni dopo – continua – questi soldi li mettevano a garanzia a Farvem, poi da Farvem li spostavano e li mettevano a Blu, da Blu li spostavano a Ellemme. Poi loro che fanno? Vendono, con questi soldi che rimangono sempre a garanzia, e il mio conto lo mandano scoperto per un milione e sei… Tant’è vero che lo scoperto c’è ancora».

«Infatti a noi risulta un credito rilevante al bilancio», conferma Vidal. «L’hanno costruito male! – sbotta Ferrero – Con quei soldi si sono pagati una rata del mutuo, e io li ho persi. Denunciamoli! [...] Io mi sono rotto di prendermi le condanni degli altri».   

«Hai duecento milioni di debiti»

In un’altra intercettazione, risalente al 18 novembre 2020, Gianluca Vidal e Andrea Diamanti, parlano della gestione finanziaria delle società e della persona di Massimo Ferrero.

«Ieri stavo a litigare con Massimo – racconta Vidal a Diamanti – mi dice: “C’ho da prendere sti soldi qua, perché con questi voglio ricomprarmi Via Taramelli”. Gli ho detto: “Massimo, mi fai quasi ridere! Hai duecentomilioni di debiti, non sai come ne uscirai”».

I due continuano poi a parlare delle operazioni finanziarie del gruppo Ferrero. Diamanti chiede: «Ho letto che noi ipotizziamo di destinare somme che andranno anche a tacitazione dei fallimenti delle società». E Vidal precisa: «No a tacitazione! A chiusura delle azioni di responsabilità. Il termine di pagamento che Massimo Ferrero si è impegnato a fare – dice Diamanti, riferendosi a 250mila euro per chiudere le operazioni di fallimento di Blu Cinematrografica e Blu Line – scade il 2 dicembre. E poi ci sono 50mila euro per il fallimento di Maestrale, che stiamo per chiudere». Vidal ride: «Adesso ho capito perché sta cercando di prendere i soldi dalla Sampdoria!».

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I due continuano la valutazione sulla gestione delle società, parlando di Ferrero stesso. «È stata fatta talmente tanta merda dentro queste società. Il vero problema è Massimo Ferrero. È un eccezionale commerciante ma è anche il peggior nemico di se stesso. Oggi rischierebbe di volere sempre di più: se tu gli dici che stai chiudendo a ottanta, lui ti dice che la società vale cento! Se stai chiudendo a cento, la società vale centoventi. Per la prima volta mi sembra di lavorare per un down. Io sto lavorando per riprendere lui, e lui non lo capisce!».

Vanessa Ferrero: «Lo sposto a me un milione»

Altre conversazioni riguardano la figlia di Ferrero, Vanessa. In un’intercettazione del 22 febbraio 2021 si lamenta con Dario Lemma, ex dipendente dell’Eleven Finance, del fatto che il padre non le dia abbastanza fondi. «Te sto a dì che non magno, che mi sta a chiamà la banca tutti i giorni, e tu mi dai i contentini. Con mille euro non ce faccio un cazzo, te dico: damme cinque, diecimila euro per sistemamme un mese!».

Lemma concorda: «Per tutto quello che hai fatto… io so dipendente, mica c’ho denunce penali o la fedina sporca, ma tu gli hai dato la tua vita oh!». «Ma guarda io sto aspettà che vende, e me li piglio da sola, figurate, lo sposto a me un milione». La donna afferma però di non voler far nulla per evitare di rompere i rapporti col padre, che la stava aiutando a pagare dei debiti e a finanziare il progetto di un film, oltre a darle i contatti per la produzione.

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