Le indagini della procura di Genova

Green pass falsi, dal mercato di Telegram agli hacker russi a caccia di dati

LaPresse
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  • Tramite un canale telegram, l’applicazione di messagistica, uno studente laziale adescava le vittime che si rivolgevano a lui per ottenere la certificazione verde e poter così accedere a bar, ristoranti e palestre.
  • «Ad un certo punto, però, viene agganciato da un gruppo di hacker di russi, attivi nel giro, che gli chiedono di smetterla. Il ragazzo desiste e allora in qualche modo lo assoldano per fare questa attività di compravendita» spiega Lucia Muscari dirigente del compartimento della Polizia postale Liguria.
  • Di comune accordo quindi, il giovane studente inviava i documenti “vergini” delle vittime ai russi che li usavano per altre truffe e aprire: conti online, account su diverse piattaforme e-commerce e così via, con i dati delle vittime.

L’avarizia inganna. Inganna gli avari e i truffatori. È il caso di un giovane studente laziale, incastrato dalle indagini della polizia postale per una frode sui green pass falsi. Tramite un canale telegram, l’applicazione di messagistica, adescava le vittime che si rivolgevano a lui per ottenere la certificazione verde e poter così accedere a bar, ristoranti e palestre. Tra queste una modella di Genova, che si era affidata a lui per ottenere un certificato verde. Dopo aver pagato una som

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