L’amministrazione comunale vicentina di Marostica ha censurato il film premio Oscar sulla Palestina No Other Land. Chi ha preso questa decisione avrà pensato che pochi giorni prima è stato ucciso Awdah Hathaleen, l’attivista e giornalista palestinese che ha aiutato a realizzare l’opera?

La notizia di questa scelta, che finisce volente o nolente anche per oltraggiare la memoria di Hathaleen, è stata diffusa dai giornali locali e dalla Wanted Cinema, che distribuisce il film in Italia. «A Marostica, in provincia di Vicenza, la giunta comunale ha bloccato il programma del cineforum estivo», ha scritto Wanted sui propri profili. «La giunta, guidata da Matteo Mozzo, ha chiesto al comitato di cambiare alcuni titoli e non trattare temi politici o troppo impegnati».

Un Oscar scomodo per la giunta

Il comitato in questione è il Comitato della biblioteca di Marostica che, dopo avere appreso la decisione del comune guidato dalla Lega, si è dimesso.

Dapprima è stata fornita ufficiosamente al comitato una richiesta di escludere i film «troppo politici e impegnati», perché «in questo periodo difficile c’è bisogno di leggerezza». Quando i membri del comitato hanno rifiutato la proposta di escludere le opere sgradite, la giunta comunale ha deciso di non approvare la rassegna. La scelta di dimettersi è arrivata «con profonda indignazione e amarezza» in risposta alla scelta dell’amministrazione di non autorizzare la rassegna cinematografica nei giardini della biblioteca civica.

«Tra i titoli censurati spicca No Other Land, il film premio Oscar 2025 sulla questione palestinese, girato in collaborazione tra israeliani e palestinesi» denuncia la Wanted, che aggiunge, con amarezza: «Il film è un caso mondiale che a Marostica non si potrà vedere. Mai come in questo momento una decisione simile ci lascia senza parole».

A parlare di «censura» sono stati per primi i membri dimissionari del Comitato Biblioteca, rendendo nota la decisione da parte della giunta che prima ha avallato il progetto, poi, una volta presentati i titoli dei film, non lo ha autorizzato. Il Comitato Biblioteca si era attivato con il Gruppo cineforum Marostica, funzionari comunali e giovani universitari per proporre un mini-ciclo di proiezioni all’aperto pensate come serate di confronto, cultura e riflessione.

Il comitato ha comunicato i film selezionati a metà luglio. I titoli proposti erano Ida di Pawel Pawlikowski, No Other Land di Basel Adra e Yuval Abraham o in alternativa La Notte di Michelangelo Antonioni e In the mood for love di Wong Kar-wai. Il niet a No Other Land ha comportato le dimissioni della presidente del comitato Laura Dinale (nominata dal sindaco), di Francesco Nicolli, Luca Meneghini e Serena Vivian. Anche due membri consultivi, Francesco Bertolin e Alessandro Morello, hanno rassegnato le loro dimissioni, comportando la decadenza dell'intero comitato.

Le reazioni

No Other Land, come noto, è un film documentario del 2024 diretto, prodotto, scritto e montato da un collettivo israelo-palestinese, formato da Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor ed Hamdan Ballal. Girato nell’arco di cinque anni, dal 2019 al 2023, il film ha vinto l’Oscar al miglior documentario 2025.

L’opera documenta gli sforzi di Basel Adra e altri attivisti palestinesi, tra cui l’assassinato Awdah Hathaleen, di opporsi alla distruzione del loro villaggio natale di Masafer Yatta, situato nel governatorato di Hebron in Cisgiordania, da parte delle forze di difesa israeliane (Idf), per costruirci un poligono di tiro e zona d’addestramento militare.

Il film è stato presentato in anteprima al 74º Festival di Berlino, nella sezione Panorama, e decine di paesi nel mondo hanno concluso un accordo per la sua distribuzione: nelle sale cinematografiche italiane è stato portato da Wanted Cinema a partire dal 16 gennaio 2025.

Renzo Masolo, consigliere regionale Alleanza Verdi Sinistra, ha espresso «profonda indignazione e sconcerto per la decisione dell’Amministrazione comunale di Marostica di annullare, senza alcuna spiegazione pubblica credibile, la rassegna cinematografica estiva organizzata dal Comitato della Biblioteca». «Una scelta che sa di censura culturale, e che mortifica il lavoro volontario, competente e appassionato di cittadine e cittadini, giovani e professionisti del territorio – prosegue Masolo – In un momento in cui servirebbero più spazi di confronto, più pensiero critico, più cultura condivisa, l’Amministrazione sceglie invece il silenzio e la chiusura, chiedendo “leggerezza”».

Per la consigliera regionale del Partito Democratico Chiara Luisetto si tratta di «una grave limitazione della libertà di espressione». Il cinema, esorta Luisetto, «sia uno strumento per ragionare sul nostro tempo».

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