Consulenze per quasi due anni, con l’obiettivo di rilanciare il turismo della Sicilia e produrre una grande riforma tramite una norma quadro «complessa», «necessaria», rivoluzionaria, a detta dell’ex assessore di Fratelli d’Italia Manlio Messina, oggi deputato e vice presidente del gruppo alla Camera. Per raggiungere l’ambizioso scopo Messina era stato affiancato da un consulente di nome Gianluca Caramanna. Non uno qualunque, piuttosto una figura organica al partito: è il braccio destro di Francesco Lollobrigida, il cognato di Giorgia Meloni attuale ministro dell’Agricoltura e riferimento della corrente che fa capo alla presidente del consiglio, da tempo in frizione con l’ala dei Gabbiani guidata da Fabio Rampelli.

Sul ruolo di Caramanna in Sicilia i primi a sollevare questioni di opportunità sono alcuni iscritti a Fratelli d’Italia, che intravedono dietro l’incarico la manina di Lollobrigida. «Le solite malelingue, dispiace molto», ribattono dall’altra parte i più fedeli al ministro. Del resto è ormai noto quanto sia influente Lollobrigida attraverso Caramanna negli enti e nei ministeri che si occupano di sviluppo turistico.

Un dato è, tuttavia, certo: Messina da assessore di Fratelli d’Italia ha ingaggiato Caramanna come consulente per poco meno di 24 mesi, fino a settembre 2022, quando per via della candidatura di entrambi è stato interrotto. Domani ha ottenuto i contratti delle consulenze stipulate dall’assessorato al turismo, all’epoca guidato da Messina, e il delfino di Lollobrigida. Il primo fatto che emerge, certamente curioso, è la parcellizzazione degli accordi: non esiste un contratto unico, ma una moltitudine rinnovati per la maggior parte ogni mese a partire dal febbraio 2021, tutti dello stesso valore economico, poco più di 2mila euro al mese. In totale, sommando i singoli contratti, raggiungono la cifra di circa 45mila euro. Una somma non irrilevante per Caramanna, dato che non si trattava di un impegno a tempo pieno. In quei mesi da responsabile del Turismo del partito era spesso impegnato in giro per l’Italia con il suo referente politico nazionale.

Paga la Sicilia

Tra il 2021 e il 2022 Messina, in qualità di assessore al turismo della giunta di Nello Musumeci, ha autorizzato e firmato contratti mensili, alcuni di durata di poco maggiore, del valore di 2mila euro cadauno per affidare a Caramanna l’incarico di scrivere la nuova legge sul turismo e di occuparsi delle ferie internazionali. Per essere precisi, l’oggetto dell’accordo tra Messina e Caramanna recita: «Supporto alle attività di promozione con particolare riferimento alla programmazione delle fiere internazionali e studio su nuova normativa regionale sul turismo». I contratti coprono il periodo febbraio – dicembre 2021 e gennaio -ottobre 2022, salvo poi interrompere con apposito delibera il rapporto in anticipo ad agosto scorso con l’avvicinarsi della campagna elettorale e della candidatura alle porte. «Mi sono dimesso per correttezza nel momento in cui ho saputo della mia candidatura in parlamento», dice Caramanna.

L’ex assessore, ora deputato, Messina conferma a Domani il ruolo del delfino di Lollobrigida, e spiega che lo spezzatino di contratti con l’incertezza della durata del progetto affidato a Caramanna. «Non potevamo sapere in quanto si sarebbe concluso il percorso avviato», dice, «inoltre dovevamo affidarci alla disponibilità di spesa in quel momento». Motivazione che non chiarisce del tutto la logica dietro gli innumerevoli accordi, non era sufficiente farne uno all’anno? Secondo il deputato no.

Una delle missioni, come da contratto, affidata a Caramanna riguardava lo studio di una nuova normativa regionale sul turismo. «Si è occupato principalmente di questo», dice Messina, che il 12 giugno 2021 aveva annunciato la grande riforma:«Il governo Musumeci sta lavorando da mesi a una riforma complessiva del settore turistico, sia per quanto concerne gli operatori che per quanto riguarda le strutture ricettive. In generale modificherà tutti gli aspetti fondamentali per adeguare gli aspetti burocratici e amministrativi alle nuove realtà del turismo internazionale». Cosa hanno prodotto i consigli alla giunta Musumeci dell’uomo di Lollobrigida? Al momento nulla di concreto, «è rimasto un disegno di legge, mai votato», confermano dall’assessorato al Turismo. «Con il cambio delle giunta come tutti i disegni di legge decade, nel caso andrebbe riavviato l’iter da capo». Secondo Messina l’iter è stato bloccato «dalla commissione Bilancio perché non vi erano le risorse necessarie, quindi si è fermato tutto, peccato perché l’assessorato aveva completato il suo lavoro ottenendo anche il parere positivo delle associazioni di categoria». Questa spiegazione rivela però una contraddizione nelle versioni di Messina e Caramanna: se il progetto assegnato a Caramanna non aveva una tempistica certa, perché una volta chiuso l’iter per presentare il disegno di legge Caramanna ha proseguito nelle consulenze interrompendo il rapporto, ha detto a Domani, soltanto perché «ha saputo di essere candidato in parlamento»?

La riforma era divisa in due: quella sui tour operator, approvata in giunta, ma arenata in commissione turismo, mentre la seconda parte più importante è rimasta bloccata per la mancanza di fondi. Caramanna esclude categoricamente di essere stato chiamato da Messina per via del rapporto che lo lega a Lollobrigida: «Ho collaborato sulla base delle mie competenze, ho seguito diverse normative sul turismo e per mettere ordine sono stato ingaggiato, fine della storia».

L’altra mission di Caramanna era portare la Sicilia nelle fiere internazionali. Messina conferma, così come Caramanna, che si è trattato di eventi di rilievo internazionale in Italia. Dall’interno del partito fanno notare che Caramanna avrebbe avuto un ruolo con Messina nella gestione dell’affaire Cannes: la discussa partecipazione al festival del cinema della regione costata svariati milioni di euro in due anni pagati a una società lussemburghese. «Non so di cosa si tratta, davvero, io con questa storia di Cannes non c’entro nulla», ha replicato Caramanna. Messina allo stesso modo tiene fuori Caramanna dalla vicenda e precisare che sulla vicenda Cannes «non sono stati buttati via i soldi, anzi ha portato alla regione importanti investimenti». Quali? «Non mi faccia fare nomi, ma le posso dire che nuove produzioni arriveranno sull’isola».

L’uomo delle consulenze

Nel periodo da consulente della regione Sicilia ben pagato, Caramanna non era parlamentare, ma soltanto dirigente di Fratelli d’Italia, capo del dipartimento Turismo. Caramanna è considerato all’interno del partito, o quantomeno dal gruppo Lollobrigida, un grande esperto di politiche del settore. Tanto che persino la regione Marche, a guida Fratelli d’Italia, lo ha ingaggiato come consigliere a titolo gratuito, mentre la regione Liguria (sempre di centro destra) gli aveva affidato la «delega a rappresentare l’assessore al Turismo nei rapporti con le associazioni nazionali di categoria del settore turistico». Lasciati i contratti con la regione Sicilia, ottenuto il posto in parlamento, il fedelissimo di Lollobrigida è stato cooptato da Daniela Santanché al ministero del Turismo come «consigliere del Ministro del Turismo, a titolo gratuito, per i rapporti istituzionali». Nel suo curriculum c’è traccia di altri incarichi: dalle attività di supporto all’Enit (Ente nazionale italiano turismo) a mansioni di marketing per hotel affiliati a Federalberghi. Una di queste struttura era di sua proprietà.

Lo stratega del turismo di Fratelli d’Italia è, infatti, presentato come un imprenditore del settore. Dagli atti societari risultava titolare fino al 2022 di un piccolo affittacamere a Porta Pia, di fianco all’ambasciata inglese, «con un ambiente economico e una varietà di servizi ideali», è scritto nella promozione su Trip Advisor. Dopo l’elezione in parlamento, a novembre scorso, ha ceduto le quote a una società di proprietà di due sconosciuti soci nati nelle Filippine e amministrata dall’indiano Jacob Thottapallil. Così il patriota si è fatto cosmopolita.

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