Abbiamo chiesto ai nostri lettori di esprimere la propria opinione sulla copertura mediatica riservata alla riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. Se da un lato i nostri abbonati si dividono tra chi sta seguendo gli aggiornamenti e chi sceglie di non farlo, su una cosa sembrano tutti d’accordo: esiste un concreto rischio di condizionamento delle indagini in corso
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Nelle ultime settimane il caso del delitto di Garlasco è tornato al centro del dibattito pubblico. Programmi televisivi, campagne mediatiche, influencer e giornalisti rilanciano ipotesi e accuse, contribuendo a un clima di forte attenzione e pressione. Al centro della vicenda resta Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015, ma oggi nuovamente oggetto di discussione. La possibile riapertura del caso ruota attorno a nuovi elementi che coinvolgerebbero Andrea Sempio, già in passato emerso come figura secondaria, ma mai indagato. Mentre la giustizia valuta se procedere, la mediatizzazione del caso solleva interrogativi sul confine tra informazione, spettacolarizzazione e diritto alla riservatezza.
Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa pensino del modo in cui viene gestita la copertura mediatica del caso e se questo possa rappresentare una minaccia per il corretto corso della giustizia.
Le risposte dei lettori
Se circa il 44 per cento dei nostri lettori afferma di non aver seguito gli ultimi sviluppi, per disinteresse (11,1 per cento) o perché disturbati da questa attenzione mediatica (il 33 per cento), la maggioranza si sta informando su quanto succede. Ma se ci si divide sul seguire o meno la vicenda ad unire, quasi tutti, è la critica all’eco mediatico che viene riservato al caso in queste settimane. Per quasi l’89 per cento dei lettori la mediatizzazione del caso di Garlasco è eccessiva sia perché in questo modo diventa spettacolo e non più informazione (per il 55,6 per cento) sia perché rischia di interferire con la giustizia (secondo il 33,3 per cento dei lettori).
Infatti. oltre il 77 per cento dei nostri lettori ritiene che ci sia un concreto rischio di condizionamento delle indagini in corso a causa del polverone mediatico sollevato dalla riapertura del caso.
Diversi lettori hanno articolato il proprio pensiero:
- Mi sento disorientata e avvilita, si può dire e fare tutto, i media, in maggior parte, hanno e stanno continuando a triturare tutto senza scrupoli. A cosa è servita la scuola per tutti?
- Trovo indicativo della mercificazione di ogni cosa il fatto che nessun giornale/televisione si sottragga a questa spettacolarizzazione. Penso a quella povera famiglia e provo molta compassione.
- Doveroso, da parte dei media, dare notizia del funzionamento o delle disfunzioni del sistema giudiziario. Fare spettacolo di qualsiasi caso giudiziario, per la mia sensibilità, è, da parte loro, il modo più volgare di "vendersi" alimentando morbosità e qualunquismo. Ottima arma di distrazione di massa, per giunta.
- Trovo tutto esagerato, una vicenda dolorosa che si riapre per almeno due famiglie che in questi anni probabilmente hanno cercato di andare avanti e ora sono nuovamente in pasto allo sguardo di "altri".
I lettori hanno risposto anche ad un’altra domanda. Abbiamo chiesto se si sentissero a loro agio davanti al coinvolgimento di trasmissioni come Le Iene o figure come Fabrizio Corona in casi giudiziari ancora aperti. Il 44.4 per cento ha risposto che non trova alcuna deriva pericolosa, mentre un altro 44 per cento delle persone ha risposto di non seguire questo tipo di contenuti.
Gli ultimi sondaggi
Nei nostri ultimi sondaggi abbiamo interrogato i lettori su vari temi. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa pensano dei referendum dell’8 e 9 giugno e del dibattito sull’abbassamento del quorum. Ne è nato un dibattito tra posizioni differenti che sottolineano i vari aspetti della vicenda. Abbiamo chiesto alle lettrici e ai lettori cosa ne pensano del differente trattamento riservato a Ilaria Salis e al ministro Crosetto su case occupate e affitti non pagati. In molti hanno evidenziato una stortura sottolineando il doppiopesismo della destra di governo.
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