La decennale emergenza sanitaria in Calabria fa sentire i suoi effetti anche sul fronte delle vaccinazioni. Già a febbraio, quando è stato attivato il numero verde per le prenotazioni degli over 80, l’organizzazione regionale aveva mostrato tutte le sue lacune, con disservizi e ritardi che tuttora pongono la Calabria nei bassifondi della classifica delle somministrazioni. In questi giorni invece, sono stati gli estremamente vulnerabili a toccare con mano tutte le criticità.

Chi fa parte della categoria chiamata a fare i vaccini anti Covid-19 in questa fase, infatti, da oltre una settimana sta riscontrando problemi nella procedura di prenotazione attraverso il portale telematico di Poste italiane, entrato in funzione lo scorso 17 marzo. Inserendo i dati personali sulla piattaforma, molti tra gli aventi diritto si trovano davanti a questo messaggio: «Attenzione: i codici inseriti non sono corretti o non corrispondono a persona appartenente a categoria avente priorità nella fase corrente del piano vaccinale».

Le persone che dovrebbero prenotare il vaccino perché rientranti nelle categorie aventi diritto non si vedono dunque riconosciuti dal sistema informatico sanitario regionale. Quindi, per la regione, non esistono. Risultato? Il caos.

Guido Longo, commissario nominato dal governo Conte a gennaio dopo una lunga impasse, ha cercato di chiudere la falla di segnalazioni con una comunicazione nella quale per «tutti i soggetti estremamente vulnerabili che per qualsiasi motivo non riescono a effettuare la prenotazione mediante i canali telematici» indica un modulo da inviare a una preposta casella di posta elettronica.

Tuttavia, anche in questo caso il risultato è stata solo nuova confusione. Uno tsunami di mail: tra segnalazioni sul disservizio e richieste di prenotazione e altre delucidazioni in merito.

Mancata digitalizzazione

Per capire perché queste persone – che di fatto avrebbero il diritto a vaccinarsi prima di altri a causa delle patologie di cui soffrono – non esistono per il sistema informatico delle prenotazioni, bisogna guardare all'incompiuta digitalizzazione degli archivi regionali. Il sistema di Poste italiane, infatti, estrae automaticamente i nominativi delle persone interessate in questa fase della campagna vaccinale dai portali telematici sanitari regionali e se non li trova è perché nonostante siano stati investiti negli undici anni di commissariamento della sanità calabrese decine di milioni di euro, il Sistema informativo sanitario regionale (Sirs) è ancora in ritardo su molti fronti.

Eppure, le risorse c’erano. Nel 2011 la prima gara d’appalto per realizzare il Sirs e avviare la digitalizzazione degli archivi sanitari di tutto il territorio nazionale. Bando da 13,3 milioni di euro che viene assegnato nel 2014 a due aziende considerate colossi del settore informatico: Exprivia e Data Processing. Il nuovo sistema informatizzato che avrebbe dovuto migliorare la gestione della sanità calabrese su più fronti. Dalla digitalizzazione di dati relativi al personale, come buste paga, contributi e ferie, ai materiali tecnico-sanitari presenti nelle strutture ospedaliere. Operazioni che avrebbero dovuto dare il là alla realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse).

Tutto in un arco di tempo di quattro anni, dunque entro il 2018. Lo stesso anno in cui è stato stipulato un nuovo contratto da 22,4 milioni di euro, stavolta vinto da otto aziende: Enterprise Services Italia Srl (già Hpe Services Italia Srl), Kpmg Advisory Spa, Ddway Srl, Dedagroup Spa, Data Managment PA Spa, Siav Spa, Exprivia Healthcare IT Srl, Exprivia Spa, con mandataria Enterprise Services Italia Srl.

Circa 36 milioni milioni di euro per avere il diritto alla cura finalmente a portata di clic anche in Calabria. Peccato che nel 2019 Agid-Agenzia per l’Italia digitale e Consiglio nazionale delle ricerche certifichino che «tutte le regioni hanno attivato il fascicolo sanitario elettronico, tranne la Calabria».

SUBCOMMISSARI, ma con calma

In una regione con aziende sanitarie commissariate per mafia e dove è stato dimostrato che tutto avviene ancora a mano, compresa la sovrafatturazione di cifre multimilionarie, la situazione ora è molto complessa, e di certo Longo non può sperare di risolverla in solitudine. A gennaio scorso, infatti, il cosiddetto Decreto Calabria Bis, poi convertito in legge, prevedeva che la nomina del commissario alla Sanità regionale doveva essere accompagnata da quella dei sub-commissari al fine di riequilibrare il disavanzo sanitario e garantire i Livelli essenziali di assistenza, quindi il diritto alla salute dei calabresi.

Le nomine però sono arrivate a più di cento giorni dalla nomina del commissario. Su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, il 1˚ aprile sono arrivate le nomine di Angelo Pellicanò e di Michele Ametta per l’attuazione del vigente piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario nella regione Calabria. Resta il nodo della struttura commissariale, che peraltro non ha nemmeno completato il personale previsto dalla legge stessa, 25 unità che dovevano essere messe a disposizione dalla Regione Calabria. Ritardi apparentemente inspiegabili, che si sommano a quelli storici diventando i migliori alleati della diffusione del virus in una regione che intanto è da poco di nuovo in zona rossa.

«Continuiamo a ripeterlo da tempo: c’è qualcosa che non funziona», ha dichiarato il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione in una nota. «Siamo in piena terza ondata e siamo l’unica regione d’Italia a non avere un piano, con le conseguenze che stiamo vedendo ormai da settimane: i pronto soccorso intasati da pazienti Covid-19 e non, con il rischio di nuovi focolai, senza che siano stati realizzati altri posti letto in terapia intensiva e sub intensiva o percorsi alternativi per malati Covid-19 nei pronto soccorso con Tac e radiologie dedicate. Continuiamo ad avere mille dubbi, ci saremmo aspettati un processo di trasparenza e di velocizzazione delle procedure in base a quanto stabilito dalle linee guida del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti Covid-19 ma, purtroppo, la confusione regna sovrana».

© Riproduzione riservata