- Oggi ci manca il respiro. Forse non ce ne rendiamo conto, ma non è la pandemia che ci opprime: è la mancanza di prospettive ideali e di futuro.
- Una scuola che riaprirà fra un mese e ancora non si sa come, le varianti del virus che corrono indisturbate e nessuno fra i decisori pubblici che stia riorganizzando il tracciamento, la tremenda confusione che sembra vigere nella discussione sui vaccini.
- Ma se poi anche i filosofi ci si mettono, a ridurre la visuale e a toglierci il respiro, attirando sui social ondate di imbecillità (direbbe Ferraris), ecco, verrebbe da dire con le nostre nonne, non c’è più religione. Vale a dire, nel caso specifico, non c’è proprio più senso critico.
Oggi ci manca il respiro. Forse non ce ne rendiamo conto, ma non è la pandemia che ci opprime: è la mancanza di prospettive ideali e di futuro, è l’angustia in cui giorno per giorno viviamo, in cui, soprattutto, la politica oggi vive e costringe noi tutti a vivere, almeno per la parte civica delle nostre anime, quando non per vera sofferenza sociale, con la sua vista “più corta di una spanna”. Una scuola che riaprirà fra un mese e ancora non si sa come, le varianti del virus che corrono indi



