A Trento, un gestore e quattro impiegati di due centri tamponi sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata al falso, corruzione e accesso abusivo informatico. In cambio di 10 euro hanno fornito test negativi che permettevano di ottenere il certificato verde, si indaga adesso su 33mila Green pass presumibilmente falsi. I centri tampone di Pergine Valsugana e di Trento nord sono ora sotto sequestro. 

  • Secondo l'accusa si poteva ottenere la certificazione, di positività o di negatività, in base ai bisogni. I risultati dei tamponi rapidi venivano rilevati dopo un minuto, contro i 20 minuti della corretta procedura. I pm di Trento, Davide Ognibene e Giovanni Benelli, indagano su circa 33mila i Green pass presumibilmente falsi. 
  • Il gestore è un infermiere che aveva ottenuto dall'azienda sanitaria provinciale il codice univoco della banca dati collegata al ministero della salute per il rilascio della certificazione verde, ora è indagato per associazione a delinquere finalizzata al falso, corruzione e accesso abusivo informatico.
  • Le perquisizioni domiciliari hanno portato al sequestro di 120mila euro in contanti, trovati in casseforti e valigette. Sequestrati anche cellulari e pc, che conterrebbero i dati di chi avrebbe effettuato i presunti tamponi fasulli.

 

© Riproduzione riservata