Gherard Bosonin, nato ad Aosta l'11 maggio 1996, si racconta. L’odissea di un adolescente nel vorticoso mondo dei giocatori venduti e non venduti, prestati e non prestati.
- Dai primi calci da bambino nei campetti sotto le vette del Gran Paradiso al salto che non c’è mai stato.
- Trasferimenti fittizi da una società all’altra, merce umana nei gironi infernali delle “giovanili” delle società di serie A e di B.
- Gherard Bosonin ha scoperto tutto quello soltanto molti anni dopo. Adesso è tornato in Val d’Aosta, lavora con il padre in una piccola impresa edile.
Oggi fa il muratore. Malta e cemento, alza e butta giù tramezzi, maneggia con abilità scalpelli e livelle. Il dolore alla caviglia destra ogni tanto torna, lesione ai legamenti laterali, tre operazioni, quasi un anno con le stampelle. Un ricordo lontano della sua prima vita. Che poi così lontano non è, perché Gherard ha soltanto ventisei anni. Gherard Bosonin, nato ad Aosta l’11 maggio 1996. «Certo che c’è rabbia per quello che mi è accaduto, la rabbia c’è sempre ma è andata come è andata», dic



