La didattica a distanza e le restrizioni per contrastare la pandemia hanno avuto un forte impatto sui giovani e gli adolescenti: il 70,2 per cento degli alunni delle scuole secondarie ha infatti trovato più faticoso seguire lezioni a distanza.

È quanto emerge dal nuovo studio dell’Istat I ragazzi e la pandemia basato sui dati dell’anno scolastico 2020-2021. Secondo la ricerca, le misure di contenimento «hanno causato un crollo nella frequentazione degli amici, diminuita per il 50,5 per cento degli alunni». Di conseguenza si è osservato un aumento per il 69,5 per cento delle ragazze e ragazzi dell’uso di chat e social network come strumenti di comunicazione.

Il 98,7 per cento degli alunni delle scuole secondarie, cioè oltre 4 milioni e 220 mila ragazzi, hanno sperimentato la didattica a distanza e per il 67,7 per cento è meglio la didattica in presenza. Il 20,4 per cento invece ritiene uguali i due modi di fare didattica, mentre l’11,9 predilige la Dad. Sono più le ragazze, il 69,5 per cento, a preferire lo stare in classe rispetto ai ragazzi, il 66,1 per cento.

Accesso alla Dad

Ma non per tutti è stato semplice usufruire della didattica a distanza per via della mancanza di strumenti adeguati, come un computer o una buona rete. Per l’80 per cento dei ragazzi italiani è stato semplice «seguire sin da subito e con continuità la didattica a distanza nel periodo compreso tra marzo e giugno del 2020», fa notare Istat, mentre «tra gli stranieri la percentuale di chi ha potuto essere costante nella frequenza delle lezioni online scende, invece, al 71,4 per cento».

Le scuole, con l’aiuto del terzo settore, durante l’emergenza sanitaria hanno cercato di sostenere i ragazzi con meno disponibilità economiche, fornendo pc e tablet, «ma dai primi risultati dell’indagine emerge chiaramente che, anche dopo il primo lockdown, non è stato possibile appianare del tutto i divari», scrive l’istituto statistico.

Gli alunni stranieri hanno usato meno i computer rispetto ai loro compagni italiani, rispettivamente il 72,1 per cento contro l’85,3 per cento, e hanno usato maggiormente il telefono, soprattutto le studentesse e gli studenti di origine cinese e marocchina. 

C’è inoltre una differenza geografica: l’Istat ha evidenziato come la percentuale degli alunni del sud e delle isole, che ha utilizzato strumenti tra cui anche il pc (l’80,1 per cento), sia inferiore a quelli del centro, l’84,8 per cento, e ancora più basso rispetto al nord-ovest, l’85,8, e al nord-est, l’89,9 per cento. 

Le ragazze e i ragazzi più svantaggiati nell’accesso alla Dad sono gli stranieri che frequentano le scuole nelle regioni meridionali: solo il 61,5 per cento ha potuto usare anche il computer.

Altre difficoltà sono state riscontrate a causa della qualità della connessione internet, che per il 50,9 per cento degli studenti ha creato problemi. Su questo tema non c’è una grande differenza tra ragazzi italiani o stranieri, che hanno però dovuto gestire situazioni logistiche più complesse, dovendo condividere più frequentemente la stanza con fratelli o sorelle: «erano soli nella stanza l’87,7 per cento degli italiani e l’81,4 per cento degli stranieri che nel 13,7 per cento dei casi si trovavano con fratelli e sorelle contro il 6,9 per cento degli italiani», si legge nel rapporto.

La dimensione sociale 

Il periodo pandemico ha avuto ripercussioni sulla dimensione sociale di ragazze e ragazzi, in una fase in cui le relazioni assumono «progressivamente un ruolo di primo piano», scrive l’Istat, «con ripercussioni su tutte le principali dimensioni della loro quotidianità fatta di scuola, attività extrascolastiche, relazioni con i pari e tempo libero».

La distanza dai compagni di classe e la limitata possibilità di interagire durante la Dad è pesata di più alle studentesse e agli studenti italiani rispetto ai compagni di origine straniera, probabilmente perché prima del lockdown «avevano meno relazioni con i pari e questo può almeno in parte, spiegare perché hanno sentito meno la mancanza del contatto con i compagni»: l’86,7 per cento per quanto riguarda i ragazzi italiani contro il 79,8 per cento dei coetanei stranieri.

È mancato di meno il contatto con gli insegnanti rispetto a quello con i compagni di classe. Il 70 per cento dei ragazzi italiani e il 65,4 per cento dei ragazzi stranieri hanno sentito la mancanza di un’interazione diretta con i docenti, sottolineando che i momenti di condivisione di cui si è sentita di più la mancanza sono: «le gite scolastiche (indicate dal 55,4 per cento), seguite dalla ricreazione (20 per cento) e dai lavori di gruppo (13,1 per cento)», scrive l’Istat.

La pandemia ha avuto quindi l’effetto di mettere in luce e aggravare divari e fragilità pre-esistenti, evidenzia l’istituto, che fa notare come sia diminuita la frequenza con cui si vedono le amiche e gli amici al di fuori dell’orario scolastico.

Tra le attività mancate di più a chi frequenta la scuola secondaria figurano i viaggi, per il 51 per cento, la libertà di uscire – per il 49 per cento – e la frequentazione di “feste, cene e aperitivi” per il 48 per cento.

Sono gli stranieri ad aver sofferto di più difficoltà economiche: il 29,4 per cento, «una quota non trascurabile di alunni», scrive l’Istat, «segnala anche un peggioramento della situazione economica della famiglia». 

L’apprendimento

L’Istat ha coinvolto nell’indagine anche i dirigenti scolastici per valutare l’efficacia dell’insegnamento e se la pandemia abbia o meno penalizzato l’apprendimento. La maggior parte, il 63,4 per cento, ritiene che lo “shock” della vita in quarantena abbia penalizzato l’apprendimento ma limitatamente ad alcuni studenti. Il 29,8 per cento dei dirigenti invece ritiene che sia stato penalizzante per tutti gli studenti, mentre solo il 6,7 per cento pensa che la pandemia non abbia avuto effetti negativi sull’apprendimento.

Per il 45,2 per cento dei dirigenti poi i ragazzi hanno dedicato meno tempo allo studio. L’Istat rileva inoltre che «solo nel 20 per cento dei casi non hanno avuto lamentale da parte dei docenti per le assenze degli alunni durante le lezioni a distanza». 

© Riproduzione riservata