La procura di Milano ha chiuso le indagini su Equalize, la centrale di spionaggio dell’ex poliziotto Carmine Gallo, morto lo scorso 9 marzo, e dell’ex presidente della Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali. I magistrati meneghini hanno notificato il 415 bis, l’atto che solitamente prelude al rinvio a giudizio, a quindici indagati.

Tra loro l’hacker Nunzio Samuele Calamucci, Giuseppe Vincenzo De Marzio, lo stesso Pazzali (su cui ancora è attesa la decisione del Riesame sulla richiesta di misura avanzata dai pm) e altri personaggi chiave dell’inchiesta sui presunti dossieraggi. Le accuse sono, tra le altre, quelle di associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio. 

Il provvedimento

Nelle oltre 200 pagine di provvedimento i pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro ribadiscono il «sodalizio criminale» all’interno della base di via Pattari numero 6, sottolineando il ruolo verticistico ricoperto dal manager legato al presidente del Senato Ignazio La Russa e alla ministra del Turismo Daniela Santanchè. 

«Pazzali detto “zio bello”, “il Capo”, il “presidente”, quale ideatore, promotore e organizzazione dell’associazione, si occupava del procacciamento di importanti clienti per la società – si legge nelle carte – Era pienamente consapevole che una delle principali fonti informative utilizzate da Equalize srl era lo Sdi e si avvaleva, per gli aspetti pratici, del proprio braccio operativo, Carmine Gallo, dal quale riceveva quotidianamente aggiornamenti su tutte le attività svolte dalla società. Lo stesso Pazzali, per finalità personali o dio altri, acquisiva illecitamente, per il tramite di altri componenti del sodalizio informazioni Sdi». 

Poi l’elenco degli “spiati”. Si va, come noto, dalla famiglia Del Vecchio di Luxottica fino al già presidente di Fiera di Milano e presidente del cda di Cassa Depositi e Prestiti Giovanni Gorno Tempini. E vengono passati in rassegna diversi episodi criminosi, ormai noti alle cronache.

 «Calamucci – si legge nell’avviso – con più condotte esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di procurare a sé e all'associazione un vantaggio economico, consistente nel corrispettivo per l'illecita attività svolta nell'interesse di Leonardo Del Vecchio, formava falsamente i contenuti di conversazioni telematiche e informatiche e ne simulava l'intercettazione mediante captatore informatico, conversazioni apparentemente intercorrenti tra Jessica Ann Serfaty, fidanzata del Del Vecchio, e David Blaine, illusionista di fama mondiale, dopodiché forniva il materiale così confezionato a  Vincenzo De Marzio in esecuzione di un accordo intervenuto tra Calamucci, De Marzio e due incarichi di Leonardo Del Vecchio. Accordo – si legge ancora – che prevedeva l'esecuzione di intercettazioni telematiche attive illegali sul dispositivo telefonico in uso alla Serfaty, poi non eseguite per ragioni tecniche». 

Tra le vicende contestate a Calamucci anche quella atta a «creare artificiosamente informazioni finalizzate a offuscare l'immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo». L’hacker secondo la procura «formava falsamente un atto informatico pubblico, e segnatamente un rapporto, che poi trasmetteva a De Marzio, apparentemente redatto dalla polizia di New York, nel quale, contrariamente al vero, con l'utilizzo di una modulistica che faceva presuppore l'avvenuta esfiltrazione del documento dalla banca dati ufficiale di quella forza di polizia, si dava atto di un controllo eseguito in quella città nei confronti di Claudio Del Vecchio nel mentre si trovava in compagnia di un "travestito", registrato sul National Sex Offender Public Website del Dipartimento di Giustizia Americano per crimini sessuali e inserito sul predetto sito proprio dalla polizia di New York». 

L’avviso di conclusione indagini è stato notificato anche a Angelo Samuele Abbadessa, Massimiliano Camponovo, Luca Cavicchi, Mattia Coffetti, Giulio Corneli, Lorenzo Di Iulio, Marco Malerba, Edmondo Gabriele Pegoraro, Daniele Rovini, Lorenzo Sbraccia, Giuliano Schiano e Daniele Sirtori. 

La difesa di Pazzali 

«Prendiamo atto dell'avviso di conclusione indagini notificato dalla procura. Prenderemo quanto prima contezza dell'incartamento processuale in modo da poter esperire ogni più opportuna iniziativa difensiva», il commento del legale di Pazzali, Federico Cecconi.
La difesa del manager  ha sempre sostenuto che Pazzali stesso fosse tenuto «all'oscuro» delle attività illecite, in particolare dell'acquisizione di informazioni segrete dalle banche dati, dal gruppo operativo che ruotava attorno all'agenzia investigativa Equalize, da lui fondata. I om, però, non sarebbero d’accordo.

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