L’Uefa è pronta a cambiare il fair play finanziario. Il 7 aprile, secondo il New York Times, l’Unione delle federazioni di calcio europee dovrebbe allentare le misure pensate, all’inizio, per rendere più competitivo il sistema tra le squadre di calcio.

  • Oggi tutti i club che partecipano alle competizioni continentali, quindi Champions League, Europa League e Conference League, devono sottostare a regole finanziarie definite. Il massimo delle perdite consentito è di 30 milioni di euro in tre anni, che devono essere coperte dai proprietari delle squadre. Una misura già contestata sia dai più grandi club che da quelli più piccoli. Entrambi ritengono abbia ostacolato la loro crescita. 
  • Le nuove regole potrebbero prevedere dalla prossima stagione il raddoppio delle perdite consentite, quindi 60 milioni di euro, sempre però garantito dai proprietari. Tuttavia, entro il 2025, i club avranno un tetto salariale e non potranno spendere in stipendi più del 70 per cento del loro reddito. Le squadre hanno quindi tre anni per ridurli: al 90 per cento nel 2023 e all’80 per cento nel 2024.
  • Per le squadre che non dovessero adeguarsi sono previste diverse sanzioni, che vanno dal ritiro dei punti nella competizione alla retrocessione nelle leghe minori. Questa norma è già in vigore in Spagna e ha provocato il mancato prolungamento del contratto di Lionel Messi al Barcellona. Ma è stata minata nel 2020 quando il tribunale arbitrale dello Sport ha autorizzato in appello il Manchester City a partecipare alle coppe internazionali, nonostante una sospensione iniziale scaturita dalle violazioni alla regola del fair play finanziario.

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