Due comunicati di segno opposto. Mittente è l’Uefa, che nel giro di 12 ore passa dal buttare palla in tribuna allo scatenamento di un massiccio contrattacco. E in entrambi i casi le azioni comunicative della confederazione calcistica europea hanno due destinatari, uno diretto e uno indiretto.

Quello diretto è il giudice madrileno Manuel Ruíz de Lara, magistrato della Sezione n. 17 del tribunale commerciale di Madrid che da mesi si mostra particolarmente zelante quando c’è da trattare il dossier della Superlega europea per club. Quello indiretto è la stessa Superlega, che nonostante il disastro dello scorso aprile continua a essere agitata come un’ipotesi credibile, tanto da tornare a occupare l’agenda del dibattito pubblico negli ultimi giorni.

Lo scontro si fa sempre più duro, con l’organizzazione capeggiata dall’avvocato sloveno Aleksander Ćeferin a mostrare due atteggiamenti contrastanti: in un primo tempo pare tremebonda, ma sùbito dopo si lancia contro il giudice spagnolo mandando un altro messaggio aggressivo ai teorici del campionato europeo d’élite: non si molla di un centimetro. Un innalzamento di tono dello scontro cui fanno da contorno altre dichiarazioni legate al tema, con l’impressione che questa escalation preluda a altri colpi di scena.

Uefa 1 e 2

Lunedì, intorno alle 11 di sera, sul sito dell’Uefa è stato pubblicato un comunicato in cui si annuncia l’annullamento dell’azione disciplinare nei confronti dei tre club ancora formalmente affiliati alla Superlega: Barcellona, Juventus e Real Madrid. La mossa di abbandonare il procedimento viene presentata come una conseguenza del giudizio dato dal comitato indipendente d’appello della stessa Uefa rispetto all’ipotesi che le tre società avessero violato il framework legale dell’Uefa aderendo all’organizzazione che dovrebbe lanciare il super-campionato.

Secondo il comitato non sussistono le condizioni per accusare i tre club e ciò giustificherebbe la marcia indietro dell’Uefa, che dunque si sarebbe soltanto attenuta alle procedure. In realtà la decisione è giunta a poche ore dallo scadere dell’ultimatum lanciato dal giudice Ruíz de Lara, alla stessa Uefa: se entro cinque giorni non avesse ritirato i procedimenti disciplinari e le minacce di sanzioni, la confederazione europea avrebbe rischiato gravi conseguenze giudiziarie. E i cinque giorni dell’ultimatum scadevano giusto ieri, cioè un’oretta circa dopo l’emissione del comunicato.

Dunque l’umore e l’opinione che circolavano intorno all’Uefa in prossimità della mezzanotte fra lunedì e ieri descrivevano una confederazione impaurita, pronta a battere in ritirata. E invece a metà mattina di ieri ecco il messaggio di segno opposto. Altro comunicato, ma stavolta per informare che l’Uefa non soltanto non recede dall’atteggiamento di chiusura nei confronti della Superlega, ma addirittura ha presentato in Spagna una mozione per ricusare il giudice Ruíz de Lara, accusandolo di avere commesso “significative irregolarità” col suo modo di procedere. Dunque una posizione tutt’altro che remissiva. Siamo alla guerra a tutto campo che coinvolge anche attori esterni al mondo istituzionale del calcio.

Purché se ne parli

Il livello dello scontro si è fatto altissimo, quasi come nei giorni dello scorso mese di aprile in cui la Superlega nacque e si schiantò nel giro di 72 ore. E ad elevare il tono hanno contribuito le uscite pubbliche di personaggi diversi per interessi ed estrazione, ma tutti impegnati a offrire legittimazione al supercampionato europeo per club. Un chiacchiericcio talmente insistente da richiamare curiosità.

Hanno cominciato gli avvocati della Superlega, che durante un confronto col sito specializzato in sport e finanza “Off the pitch” hanno preannunciato la prossima sconfitta dell’Uefa in sede di foro giurisdizionale comunitario. Quindi si è aggiunta la voce di Paolo Dal Pino, presidente della Lega di Serie A. Che durante un’intervista rilasciata a Radio Deejay ha affermato che alcune istanze della Superlega andrebbero capite. Ed è davvero curioso che un presidente di Lega nazionale si pronunci in questi termini. Infine è stato il turno del presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Che in una lettera inviata agli azionisti, in vista dell’assemblea annuale che dovrà approvare un bilancio in profondo rosso, è tornato a perorare il progetto.

Una somma di esternazioni che sarà anche casuale, ma intanto costruisce un clima da scontro sempre più acceso. Come se si fosse in prossimità di giorni decisivi, da cui potrebbe scatenarsi un altro caos nel calcio europeo.

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