Il 25 novembre si avvicina e non manca chi vuole fare un uso strumentale della ricorrenza. Il Comune di Senigallia ha pubblicato un programma con tutte le iniziative previste per la giornata contro la violenza sulle donne, un calendario di eventi che parte dal 7 novembre e si conclude l’8 dicembre.

Tra gli appuntamenti spicca una singolare tavola rotonda dal titolo “La violenza oltre il genere, la discriminazione verso le donne non si combatte discriminando gli uomini", prevista il 19 novembre, proprio il giorno in cui alcuni paesi celebrano la “Festa dell’uomo”.

A organizzarla sono lo Sportello donna di Senigallia e l’Aprosir (Associazione promozione sviluppo individuale e relazionale) di San Benedetto del Tronto su spinta dell’assessora ai Servizi alla persona e Pari Opportunità, Cinzia Petetta di Fratelli d’Italia. L’assessora, che ha sempre chiesto di essere declinata al maschile e che per il 25 novembre si fa promotrice di una generica “lotta alla violenza”, ha più volte cercato di istituire ufficialmente la “Giornata internazionale dell’uomo”. Una ricorrenza non riconosciuta dall’Onu e che l’assessora ha rinunciato a inserire nella locandina del convegno solo per «evitare le polemiche».

Ma passiamo ad Aprosir. L’associazione è legata a doppio filo alla figura di Antonella Baiocchi, ex assessora alle Pari Opportunità del Comune di San Benedetto, psicoterapeuta, specializzata in Criminologia, ed «esperta di violenza». Baiocchi è infatti ideatrice di due centri, gestiti da Aprosir, uno è un "Centro anti-violenza oltre il genere”, che accoglie uomini e persone Lgbt+; l’altro è uno spazio rieducativo per donne maltrattanti. Sulla carta iniziative apprezzabili, se non fosse che Baiocchi ha delle idee sulla violenza contro le donne alquanto problematiche.

Campeggia su tutto infatti il mantra «la violenza non ha genere», un modo semplice per appiattire le specificità che riguardano il fenomeno della violenza sulle donne, facendo intuire che la violenza è un po’ ovunque e se ti capita è perché sei un po’ sfortunata, non ci sono schemi alcuni e la società, in particolare gli uomini, non hanno colpe. Nonostante tutti i dati registrano il fenomeno della violenza come tipicamente maschile.

Nel suo sito Baiocchi, che dice di essere anche responsabile di Aprosir, si presenta come «il primo amministratore pubblico d’Italia (ed ancora Unico) (ovviamente al maschile, ndr) che ha coraggiosamente contrastato il “politicamente corretto” che impone il ruolo di Carnefice solo agli Uomini e il Ruolo di Vittima solo alle Donne».

Sull’argomento nel 2019 ha pure scritto il libro “La violenza non ha sesso”, in cui denunciava la poca attenzione sulla violenza femminile, parimenti problematica. La violenza è frutto della «cultura tossica delle persone», di disaccordi, divergenze, «analfabetismo psicologico», che può essere risolto con la mediazione, ed è proprio di questo che parlerà il suo intervento. Quando ci sono i figli di mezzo anche lì si «demonizzano gli uomini e santificano le donne», spiega Baiocchi, dedicando una poesia ai “padri alienati”, riprendendo la teoria pseudoscientifica dell’alienazione parentale.

La psicoterapeuta ha persino coniato il neologismo “debolicidio” per intendere tutte le categorie di vittime, non solo quelle femminili: «la retorica del femminicidio come emergenza unica è assolutamente fuori luogo», aveva dichiarato ad Avvenire. Questa parola comprende quindi anche i cosiddetti “maschicidi”, gli omicidi di uomini in quanto uomini che la propaganda maschilista organizzata sostiene essere silenziati.

Alla tavola interverrà poi Fabio Nestola, presidente del Centro studi applicati (Csa) promotore della falsa teoria delle denunce gonfiate e di altri cavalli di battaglia del movimento maschilista, e che audito in Senato aveva spiegato che: «Bisognerebbe parlare di persone vittime di violenza, parlare solo di donne è discriminatorio, è sessista». Il suo intervento è intitolato “La violenza oltre il genere”.

A conclusione, ci sarà poi l’intervento dal titolo “La demonizzazione dell’uomo e della figura paterna in ambito giudiziario”, tenuto da Alessandro Capograssi, avvocato patrocinante in Cassazione civilista e penalista, e sostenitore della teoria degli “orfani di genitore vivo”: l’idea per cui le madri isolano i figli dai padri e li rendano pertanto orfani di padre. Quando purtroppo in fase di separazione sono spesso le donne che subiscono violenza istituzionale, soprattutto se denunciano abusi. Presente anche Angelo Pisani, l’ideatore del numero 1523, la linea contro la violenza maschile presentata con lo slogan provocatorio «ma la violenza ha sempre lo stesso sesso?».

«Nessuno nega che bisogna contrastare tutte le violenze, ma l’assessora non perde occasione per annacquare e sminuire una questione che ha una rilevanza specifica – commenta Chantal Bomprezzi, segretaria Pd Marche e consigliera a Senigallia – tutto questo manca di rispetto alla storia, alle realtà cittadine e alle donne che si battono per sensibilizzare su queste tematiche».

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