Abbassare l’asticella. Il calcio italiano è in crisi economica da un tempo di cui ormai si stenta a individuare il punto di partenza e la pandemia ha vibrato un ulteriore e durissimo colpo allo stato già precario del sistema. Che però da questo passaggio avrebbe potuto trarre una delle rare opportunità per ridarsi forzosamente un equilibrio e degli standard operativi virtuosi.

E invece no. Perché dal Consiglio Figc tenuto nella giornata di giovedì 4 novembre è giunto un allentamento dei limiti di operatività economico-finanziaria. Messo lì alla chetichella nel comunicato ufficiale che dedica grande spazio a altri temi, in primis la crisi della Lega nazionale dilettanti (Lnd), che dopo le dimissioni del presidente Cosimo Sibilia (deputato di Coraggio Italia) rischia di andare incontro al commissariamento.

La richiesta al Collegio di garanzia del Coni di un parere tecnico riguardo all’eventualità di commissariare la Lnd si prende lo spazio del titolo nel comunicato. Ma poi nel bel mezzo del documento si trova un paragrafo di due righe appena, intitolato “Valori degli indicatori di controllo economico-finanziari di cui all’art.85 delle NOIF”. E le due righe recitano quanto segue: “Il Consiglio ha fissato il valore dell’indicatore di controllo di liquidità (attività correnti/passività correnti) per la stagione sportiva 2021/2022 nella misura minima dello 0,6”. E si suppone che il Consiglio federale abbia approvato in un amen l’allentamento dei vincoli sull’operatività finanziaria dei club. Che così potranno riprendere a spendere e indebitarsi, o più probabilmente a intrecciare allegre plusvalenze.

Un’estate difficile

Va ricordato che il precedente limite consentito per manovrare fra attività correnti e passività correnti era di 0,8. Introdotto nel 2015, il controllo di liquidità fa da meccanismo di salvaguardia affinché le società di calcio siano in grado di avere abbastanza risorse liquide per far fronte ai debiti, senza dovere ricorrere a aiuti esterni.

Dunque si tratta di una misura disegnata per rendere sempre più stabili e autonome le società di calcio e spingerle a agire secondo criteri di economicità. Gli effetti concreti di questa misura? Fin qui irrilevanti. Con aggravamento della situazione determinato dal Covid. Durante la scorsa estate è filtrato che a rimanere imbrigliati dal meccanismo sarebbero state Lazio e Sampdoria, che a un certo momento si sono scontrate con serie difficoltà a operare in sede di mercato dei trasferimenti di calciatori. Poi per la Lazio la cessione di Joaquin Correa all’Inter ha ridato margine di operatività, mentre la Samp ha operato nel mercato in entrata soprattutto attraverso i prestiti.

Dunque l’asfittico mercato dei trasferimenti dell’estate 2021 aveva dato un segnale netto: la situazione economico-finanziaria del calcio italiano è in profondo rosso e urge un ripensamento complessivo di modello che spinga verso comportamenti più austeri e virtuosi. E qual è l’effetto di questo ripensamento auspicato? L’abbassamento dei limiti posti alla capacità di spesa. Sicché i club respirano: hanno di nuovo margine per spendere sul calciomercato, incrementare i salari dei calciatori e pagare commissioni agli agenti.

Curiosità newyorchesi

La novità giunge a pochi giorni dal clamore dell’indagine Consob sulle plusvalenze della Juventus, ciò che ha avuto come conseguenza un risveglio della Commissione federale di vigilanza sulle società di calcio (Covisoc) e l’apertura di un fascicolo da parte della Procura Figc.

Una coincidenza? Probabile, non sapremmo dare risposte certe in merito. Possiamo però dire che la curiosità suscitata all’estero dal meccanismo made in Italy delle plusvalenze incrociate (ciò di cui vi abbiamo dato notizia la scorsa settimana) non smette di crescere. L’ultima richiesta di chiarimento ci è giunta da un collega del New York Times. Giusto per dire che l’internazionalizzazione del marchio sta raggiungendo i massimi livelli. E ogni volta che ci troviamo a spiegare come funzioni il gioco, dall’altra parte della comunicazione la perplessità è evidente.

Il collega ci ha chiesto quale sia la posizione della Figc sul tema e gli abbiamo risposto menzionando l’esternazione del presidente federale Gabriele Gravina, che ha bollato l’indagine della procura federale sulle plusvalenze come “più conoscitiva che persecutoria”. Praticamente strozzata in culla. Perplessità al quadrato da parte del collega newyorchese. Che per di più si era fatto sentire prima della decisione del Consiglio federale sull’abbassamento dell’indicatore di liquidità. Meglio per noi, che avremmo dovuto ulteriormente spiegare l’ulteriormente inspiegabile.

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