Nel nome della “sobrietà” richiesta dal ministro Musumeci, il 25 aprile si svuota: divieti, cerimonie annullate e revisionismi silenziosi in tutta Italia. Il sindaco leghista di Foligno che sui social insultava Bergoglio e diceva dei partigiani «mai stimati e mai li stimerò», impone il veto sulle cerimonie per rispettare il lutto
Disconoscerne la natura, travestire il 25 aprile cioè la liberazione dell’Italia dal nazifascismo e la nascita della democrazia da qualcos’altro. Un tentativo non inedito per la destra che ha un rapporto complicato con la festa della Liberazione. Quest’anno, al quarto giorno di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, la parola pronunciata dal ministro Nello Musumeci «sobrietà» sembra essere diventata il passe-partout per un elenco di divieti alle celebrazioni.
Spicca tra tutti la decisione del sindaco di Foligno che ha annullato la visita al cimitero di guerra a Rivotorto di Assisi nell'ambito delle cerimonie del 25 aprile, l'esibizione della Filarmonica di Belfiore-Città di Foligno, l'esecuzione dell'inno d'Italia da parte della cantante lirica Paola Scarponi e rimanda a data da destinarsi la "Festa resistente" organizzata da Anpi.
Il lutto per il papa che insultava
Leghista, 61 anni, Zuccarini è stato rieletto sindaco nel 2024 con una coalizione composta oltre che dalla Lega anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Può “vantare” di essere stato il primo sindaco, nel 2019, a non presenziare alle commemorazioni della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, dove fu trucidata anche un’intera famiglia folignate, la famiglia Tucci. Nel 2023 titolò una piazza ad Angelo Mancia, giovane folignate militante del Movimento sociale ucciso a Roma il 12 marzo 1980 da un gruppo anarchico eversivo. Sui social fino al 2016 dedicava post non proprio solidali al Papa che veniva dalla fine mondo: «Questa è l'Italia multietnica di merda che vuole la sinistra e Bergoglio. Le “risorse” le chiamano, quelli che ci pagano le pensioni. Morì ammazzati voi e loro». Nel mirino, oltre a immigrati, donne straniere e Bello Figo, anche i partigiani e la resistenza: «Mai stimati i partigiani italiani e mai li stimerò. A parte rarissime eccezioni. Ho rispetto dei partigiani russi, di quelli francesi anche ma della maggior parte degli italiani no. Su una cosa hai ragione, l’attuale Repubblica è specchio fedele dei loro ideali. Fatta a loro immagine e somiglianza», scriveva. Quando la sindaca di Roma, Virginia Raggi, nel 2016 criticò le intimidazioni di CasaPound alla manifestazione “Romics”, Zuccarini scrisse: «A cagare te e l’antifascismo valore assoluto».
Post e commenti social rimossi dalla memoria collettiva. I consiglieri di opposizione di Foligno, dal Pd al M5s, hanno protestato contro «la decisione di eliminare il tradizionale discorso in piazza da parte del sindaco», evidenziando come oltre a non «poter passare inosservata, non può essere giustificata dal lutto nazionale». La decisione dell’amministrazione comunale viene quindi bollata sia come «deplorevole» che come un «segnale preoccupante».
Non solo Foligno
A Romano di Lombardia, provincia di Bergamo, il presidente del Consiglio comunale leghista ha detto no a «brani musicali, inni e canti» a eccezione del Silenzio e dell'Attenti, escludendo quindi di fatto la canzone partigiana. Ad Ancora il sindaco di Forza Italia, Daniele Silvetti ha sospeso tutte le rappresentazioni musicali, come il concerto e l'accompagnamento della banda: «Il tradizionale concerto sarà riproposto alla prima data utile. Niente musica né accompagnamento della banda».
L'Archivio di Stato, per non essere da meno, ha rinviato un convegno sulle donne partigiane. A Orbetello il Comune ha negato il suolo pubblico all'Anpi, che a sua volta parla di «rappresaglia». A Cinisello Balsamo il sindaco leghista, denuncia la Cgil, ha sospeso il comizio dell'Anpi. A Domodossola (città di tradizione partigiana) tra le proteste di Pd e centrosinistra, il Comune ha vietato il corteo e la sfilata «nel rispetto del lutto nazionale per la scomparsa del Sacro Padre e considerato anche il richiamo alla sobrietà», appunto. Più sobri ancora due deliziosi borghi della Valcamonica, Ono San Pietro e Cividate Camuno (dove il sindaco è il coordinatore locale di FdI), che hanno annullato del tutto le celebrazioni.
Più tardi arriverà una precisazione: si festeggia, ma insieme ad altri Comuni; a essere annullata era l'intitolazione di una piazza agli Alpini. Un, clima insomma, non proprio da unità nazionale.
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