Per la Corte europea dei diritti dell’uomo è irricevibile il ricorso dei poliziotti condannati per i fatti della scuola Diaz al G8 di Genova. Si chiude così la vicenda giudiziaria di quella notte di violenze che ha segnato la storia italiana.

  • Gilberto Caldarozzi, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Filippo Ferri, Salvatore Gava, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Massimo Mazzoni, Spartaco Mortola e Nando Dominici sono i dieci alti funzionari di polizia che avevano presentato il ricorso. Il loro obiettivo era quello di far annullare le condanne ai loro danni per falso e calunnia, per aver cercato di nascondere le violenze commesse sui manifestanti nell’istituto Diaz di Genova
  • Secondo loro la Corte d’Appello ha emesso le condanne senza sentire nuovamente i testimoni, violando l’articolo 6 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo che sancisce il «diritto degli imputati di interrogare o far interrogare i testimoni a carico» e quello a un «equo processo». I giudici della Cedu hanno però affermato che le testimonianze non hanno avuto un ruolo rilevante nella condanna degli imputati e che le condanne sono state fondate su prove documentali e dichiarazioni degli stessi poliziotti. 
  • La sentenza che ha bollato come irricevibile il ricorso è stata firmata dai giudici Péter Paczolay, Gilberto Felici e Raffaele Sabato. In caso di ammissione dei ricorsi presentati nel 2013 dai dieci poliziotti, all’epoca dei fatti in servizio mentre oggi alcuni in pensione, ci sarebbe stata una revisione generale del processo dopo 21 anni dal G8.

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