«Andrea Palladino, cronista di sicura affidabilità e professionalità, sulle pagine del quotidiano Domani ha rivelato come, nell'ambito di una inchiesta sulle Ong condotta dagli inquirenti di Trapani, sarebbero state intercettate le conversazioni di diversi giornalisti. Chi e perché ha disposto tali misure? Si volevano scoprire le fonti, violando il segreto professionale? A che titolo sono state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale Alessandra Ballerini? Perché, particolare ancora più inquietante, sono stati trascritti brani relativi alle indagini su Giulio Regeni?».

Sono queste le domande che la Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) si pone dopo la notizia, pubblicata da Domani, secondo cui nelle intercettazioni dell’inchiesta della procura di Trapani contro la Jugend Rettet, Save The Children e Medici senza frontiere sarebbero finiti anche alcuni giornalisti – circa una decina più un avvocato – intenti a svolgere il loro lavoro consultando fonti riservate sulla Libia, i migranti e i morti nel mar Mediterraneo. «Non spetta a noi emettere sentenze, ma riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici.
La Federazione nazionale della Stampa italiana fornirà alle colleghe e ai colleghi ogni supporto e sosterrà tutte le iniziative che intenderanno promuovere», conclude la Fnsi. 

Interrogazione parlamentare in arrivo

La notizia pubblicata da Domani ha provocato reazioni nel mondo politico e giornalistico. A partire da Nicola Fratoianni, deputato e segretario nazionale di Sinistra italiana, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare sul tema: «Che durante le tante, troppe inchieste su quelle ong che salvano vite in mezzo al Mediterraneo, siano stati illecitamente intercettati giornalisti ed avvocati, che siano state rivelate fonti tutelate dal segreto professionale e sia state rese note informazioni personali e delicatissime, è assolutamente inquietante ed assolutamente inaccettabile. Ne dovranno rispondere i ministri dell’Interno dell’epoca e chi lo ha permesso. Anche le ministre Cartabia e Lamorgese dovranno spiegare al Parlamento se si continua ancora con questi comportamenti. Presenteremo un’interrogazione parlamentare al governo».

Sulla stessa linea anche Erasmo Palazzotto, deputato di LeU: «Intercettare illecitamente giornalisti e avvocati non indagati è un fatto di una gravità inaudita. È stato violato il diritto alla libertà di stampa e di segretezza delle fonti. Presenterò con urgenza un'interrogazione al Ministro della Giustizia per chiedere come sia stato possibile e le ragioni di un'inchiesta dal chiaro profilo ideologico che vuole deliberatamente colpire la solidarietà insieme a coloro che hanno il coraggio di raccontare cosa davvero accade nei campi di concentramento libici e nel Mediterraneo centrale. Un altro fatto di gravità sconcertante è l'aver trascritto e messo agli atti notizie che non hanno rilievo da un punto di vista delle indagini e che riguardano un caso estremamente delicato come quello dell'omicidio di Giulio Regeni, intercettando l'avvocato della famiglia, Alessandra Ballerini, e facendo trapelare la notizia alla stampa.
È stata messa così in pericolo un'inchiesta fondamentale per l'onore del nostro Paese», conclude Palazzotto, che è anche presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.

Il senatore del Movimento Cinque Stelle Primo Di Nicola, invece, annuncia di voler andare oltre: «La vicenda di queste intercettazioni – dice – va chiarita e, se necessario, portata anche in Parlamento con interrogazioni e non solo. Massima solidarietà ai giornalisti e alle loro testate. Se le notizie sulle intercettazioni da parte dei magistrati sono vere, siamo di fronte a un atto gravissimo. Tutti sanno che la tutela delle fonti è un fondamento del giornalismo, soprattutto di quello d’inchiesta. A questo proposito, voglio aggiungere che proprio per tutelare fino in fondo il segreto professionale, ho presentato anche un disegno di legge».

Un messaggio è arrivato anche da Peppe Provenzano, vicesegretario del Pd.

Solidarietà europea

«Massiccia violazione della segretezza delle fonti giornalistiche in Italia. Segnaleremo la cosa al CoE Media Freedom (la piattaforma in seno al Consiglio d’Europa per la libertà e la protezione dei giornalisti, ndr). La Federazione europea dei giornalisti chiede spiegazioni alla polizia e ai procuratori di Trapani»: lo ha scritto su Twitter Ricardo Gutierrez, segretario generale dell’organizzazione dei sindacati europei dei giornalisti.

Molti messaggi di solidarietà sono arrivati poi da altri giornalisti, che hanno espresso la loro vicinanza ai reporter intercettati durante le indagini, tra i quali ci sono anche Nancy Porsia, Nello Scavo, Francesca Mannocchi, Antonio Massari, Fausto Biloslavo, Claudia Di Pasquale.

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