Passate le festività pasquali, si torna a parlare di possibili riaperture in Italia. Sebbene solo qualche giorno fa il ministro della Salute, Roberto Speranza, abbia sottolineato che non è ancora stata stabilita una data per un allentamento delle misure, secondo quanto apprende LaPresse il governo sarebbe pronto a discutere alcune concessioni. Ma tutto, come sempre, dipenderà dall’andamento dei contagi da Covid-19 nei prossimi giorni e dai numeri registrati da una campagna vaccinale che stenta a decollare definitivamente.

Giovedì prossimo si terrà un incontro tra governo, regioni, Anci e province per discutere delle misure del Recovery Plan, al quale parteciperanno il premier, Mario Draghi, il ministro dell'Economia, Daniele Franco, e la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini.

Mentre, la prossima settimana è probabile che si svolga un vertice della cabina di regia del governo per valutare eventuali riaperture di attività produttive (e non solo) prima della fine del mese di aprile. Il provvedimento sarebbe contenuto in una delibera che dovrebbe essere approvata in Consiglio dei ministri. Ma, sottolineano le stesse fonti, ogni discussione sarà legata al miglioramento dell'andamento della curva epidemiologica.

Da domani Veneto, Marche e Trento tornano in arancione

Da domani, martedì 6 aprile, si tornerà intanto ai colori stabiliti dall’ultimo monitoraggio della Cabina di regia e dalla conseguente ordinanza del ministro Speranza. Veneto, Marche e provincia autonoma di Trento torneranno infatti in arancione, insieme a Sicilia, Sardegna, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Liguria e provincia autonoma di Bolzano. Rimarranno invece in rosso, a causa  dell'incidenza superiore a 250 casi per 100mila abitanti, Valle d'Aosta, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Calabria e Campania. 

Da mercoledì fino a fine mese le scuole riapriranno per le lezioni in presenza dagli istituti dell’infanzia fino alla prima media.

Mulè: «Immunità all’80 per cento entro settembre»

Nel frattempo, il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, intervenuto su SkyTg24 dall'Hub vaccinale al parco di Trenno a Milano ha detto che nel weekend di Pasqua sono arrivate nel nostro paese 2,8 milioni di dosi di vaccini contro il coronavirus, «distribuite nell'arco di 12 ore a tutte le regioni». Secondo Mulè, «il cambio di passo nell'approvvigionamento dei vaccini è già reale: nel prossimo trimestre con l'arrivo anche di Johnson&Johnson ci sarà quell'accelerata richiesta e obbligata per arrivare a tagliare il traguardo delle 500mila vaccinazioni al giorno». L’obiettivo, ha concluso, è «arrivare a fine settembre con un indice di immunità di gregge prossimo all'80 per cento».

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