- Mafiosi e camorristi hanno capito che Alfredo Cospito può essere utile nella loro storica battaglia contro il 41 bis, perché sull’anarchico non pesa lo stesso stigma che grava sulla criminalità organizzata.
- I camorristi, subito dopo Natale, con l’intensificarsi delle manifestazioni all’esterno a sostegno di Cospito, hanno cercato di supportare con comportamenti e dichiarazioni la battaglia contro il regime del carcere duro, non solo a Sassari, ma anche a Novara, Cuneo, in almeno quattro istituti.
- Venivano ascoltati mentre in cella sostenevano l’anarchico-terrorista incitandolo: «Dobbiamo fare qualcosa anche noi».
C’è un avverbio che pesa nei documenti che sono stati trasmessi, in questi giorni, al ministero della Giustizia sul caso Cospito. La parola è «astutamente», messa nero su bianco, per segnalare come la discutibile decisione di irrogare il 41 bis all’anarchico-terrorista si sia trasformata in una battaglia sostenuta anche dai mafiosi rinchiusi al carcere duro. Proprio Domani aveva rivelato nei giorni scorsi i nomi dei detenuti con Alfredo Cospito ha condiviso le ore di socialità, ma soprattutt



