La sanità del Lazio è uscita ufficialmente dal commissariamento a luglio 2020, ma otto delle sue più grandi aziende ospedaliere, Policlinici Universitari e Irccs (istituti a carattere scientifico), hanno dei gravi deficit finanziari. Una questione emersa dai bilanci del 2019 pubblicati a dicembre dall’Agenas (Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali).
Tra le 76 aziende ospedaliere italiane prese in esamina l’agenzia ha segnalato che 19 di queste hanno un bilancio in perdita di cui quasi la metà si trova nella Regione Lazio con oltre 700 milioni di deficit seguita da Calabria e Puglia.

Le aziende ospedaliere in deficit finanziario

Al primo posto spicca con un grave disavanzo finanziario di circa 113 milioni di euro l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini che ha presentato un bilancio di esercizio in perdita. Al secondo posto il Policlinico universitario Umberto I che ha un disavanzo di oltre 88 milioni di euro. Anche qui sono state rilevate gravi irregolarità nell’ambito del controllo amministrativo sugli atti, evidenzia la Corte dei Conti.
A seguire al terzo posto l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata ha chiuso il 2019 con un bilancio in rosso di 68.265.500milioni di euro e con dei contenziosi per prestazioni erogate da operatori privati accreditati per 1 milione e 115.152 euro.

L’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea Azienda ospedaliera Universitaria (Aou) chiude con un bilancio in negativo coerente con gli altri anni di 48.229.519 milioni di euro. Gli Istituti fisioterapici ospitalieri Irccs (Ifo) rappresentano nel Lazio un centro di riferimento per la diagnosi e la cura di tutti i tipi di tumori e sono in perdita di 24.153.456 milioni di euro. Anche l’Inmi Lazzaro Spallanzani Irccs ha presentato un bilancio in perdita con uno scostamento negativo di 22.036.858 milioni di euro.

L’Azienda Ospedaliera Policlinico di Tor Vergata è il centro più importante della Regione e chiude il 2019 con un disavanzo di 19.589.344 milioni di euro, motivo per il quale è stata avviata la procedura di piano di rientro.

A chiudere la classifica dei conti in rosso della sanità laziale è l’Azienda Regionale emergenza sanitaria Ares 118, che ha presentato il bilancio 2019 in perdita di quasi otto milioni di euro. Ogni anno il ministero e le Regioni stanziano ingenti finanziamenti per i Policlinici Universitari e gli Irccs. I policlinici universitari hanno un’autonomia gestionale-economica con un tetto finanziario molto alto e nella sola città di Roma a differenza del resto d’Italia sono cinque.

Queste strutture private sono rimborsate a prestazione, mentre gli ospedali pubblici delle Asl ricevono rimborsi a quota fissa per il numero degli utenti residenti e per l’età. Anche gli Irccs per la maggior parte privati vengono finanziati dal Ministero e dalla Regione. Tra i fondi sanitari del 2020 è stato previsto per il Gemelli un finanziamento di 23 milioni di euro di cui 21 milioni e 850 mila a carico dello Stato e un milione e 150mila euro a carico della regione, mentre per il Campus Biomedico sono stati stanziati 2 milioni 470mila euro in attrezzature di cui 130mila della Regione Lazio che vanno ad aggiungersi ai 110 milioni stanziati per il potenziamento del pronto soccorso.

Una cifra enorme rispetto ai 110 milioni ripartiti per parte dell’intera rete ospedaliera del Lazio. Purtroppo durante la pandemia i conti in rosso ed i tagli lineari operati nel sistema sanitario nazionale hanno portato le reti ospedaliere al collasso, mentre la sanità privata ha fatto un balzo in avanti crescendo ulteriormente con i fondi del Governo e delle Regioni.

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