La Cassazione ha confermato la confisca di beni per un valore di cento milioni di euro all'imprenditore Calcedonio Di Giovanni, originario di Monreale, in provincia di Palermo, con diversi interessi economici nella provincia di Trapani.

  • La confisca ha riguardato appartamenti, terreni, conti correnti bancari e aziende, tra cui un importante complesso turistico alberghiero, nella parte sud-occidentale della Sicilia, dove in passato sarebbero stati ospitati boss mafiosi del calibro del capo mandamento di Mazara del Vallo. Sono state confiscate anche alcune società con sede a San Marino e Londra, coinvolte in complesse operazioni finanziarie collegate a grosse transazioni commerciali internazionali.
  • Secondo ricorrenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia, l’imprenditore sarebbe stato portatore di interessi delle cosche mafiose siciliane attraverso artificiosi meccanismi fraudolenti mediante i quali avrebbe avuto accesso a cospicui finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti individui vicini ad un noto latitante mafioso.
  •  Con il provvedimento di confisca, la Corte di di Cassazione ha posto fine al procedimento di prevenzione avviato dalla Dia nel 2014.

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