Pyongyang ha lanciato un missile balistico nelle acque orientali della Corea del sud, secondo quanto affermato dallo stato maggiore di Seul. La notizia arriva alla vigilia della visita di Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, sulla linea di confine tra le due Coree. 

Nel 2022 la Corea del nord ha portato a termine un numero record di test, tra cui il lancio, pochi giorni fa, di un missile balistico intercontinentale nel mar del Giappone.
Da Washington e Seul arriva la promessa congiunta di una risposta «rapida e decisa» a qualsiasi test nucleare.

La visita

Nella penisola asiatica le tensioni continuano a crescere dopo che, qualche giorno fa, Pyongyang aveva avvertito che il suo vicino e gli Stati Uniti stavano correndo il rischio di «innescare un conflitto» con l’avvio di esercitazioni navali su larga scala, le prime negli ultimi cinque anni.

Harris, già in Asia per i funerali di Shinzo Abe a Tokyo, visiterà il lato meridionale del confine, in corrispondenza della zona demilitarizzata che, dall’armistizio del 1953, funge da cuscinetto tra i due stati. Il viaggio «sottolineerà l’impegno degli Stati Uniti a stare al fianco della Corea del Sud di fronte a qualsiasi minaccia» da nord, ha affermato la numero due di Washington. 

Non mancherà una riflessione sul «sacrificio condiviso» delle decine di migliaia di soldati coreani e americani morti nella guerra del 1950-53, che non si concluse mai con un trattato di pace. È previsto poi un incontro con i militari in servizio e un “briefing operativo” con i comandanti Usa. 

Il nucleare

Funzionari statunitensi e sudcoreani avvertono da mesi che Pyongyang sarebbe in procinto di condurre un altro test nucleare, il settimo della sua storia. Si tratterebbe del primo dal settembre del 2017 quando, nel pieno della crisi diplomatica con gli Stati Uniti guidati da Donald Trump, Kim Jong-un affermò di avere testato una bomba all’idrogeno. 

Secondo diversi analisti geopolitici, tuttavia, il leader nordcoreano potrebbe non azzardare altre mosse aggressive fino alla conclusione del congresso nazionale del partito comunista cinese, che inizierà il 16 ottobre. Pechino è infatti il principale alleato e partner commerciale di Kim Jong-un, il quale conosce bene la riluttanza di Xi Jinping a farsi coinvolgere in questioni diplomatiche che non toccano direttamente gli interessi nazionali cinesi. 

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