La giudice per l'udienza preliminare di Milano Rossana Mongiardo ha archiviato l'indagine per violenza sessuale a carico di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, e dell'amico deejay Tommaso Gilardoni. La decisione arriva a seguito della richiesta di opposizione all’archiviazione che era stata avanzata dalla denunciante tramite il suo legale. 

Per il legale della giovane, le condizioni fisiche della ragazza accertate da una consulenza medica e i video recuperati nel cellulare dei due indagati mostrerebbe che le condizioni della sua assistita non erano tali da prestare consenso. Di opposto avviso invece la procura e ora, con la decisione di archiviare, anche la giudice Mongiardo. Le pm, nella richiesta di archiviazione, scrivevano: «Non vi è in atti la prova che gli indagati, pur consapevoli dell'assunzione di alcuni drink alcolici da parte della ragazza, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà della ragazza». 

Mongiardo, invece, spiega che «tali video non rappresentino in maniera inequivoca una coercizione da parte degli indagati nello svolgimento dei rapporti sessuali e che dunque tale elemento di prova non è sufficiente a fondare un giudizio prognostico circa la responsabilità degli indagati». 
In sostanza, secondo la giudice, non c'è prova agli atti che si sia trattato di una violenza sessuale e che i giovani fossero consapevoli che le condizioni di alterazione della 22enne potevano incidere sul suo consenso ai rapporti. Certamente, però, aggiunge la gip nelle 15 pagine di provvedimento, «la condotta degli indagati è connotata da profonda superficialità e scarso rispetto della persona offesa, come dimostra il tenore dei messaggi scambiati, ma non tale da assurgere, per quello che si è detto, a rilevanza penale».

Leonardo Apache La Russa e Gilardoni restano tuttavia indagati per il filone che riguarda il revenge porn. L’udienza è fissata al prossimo 13 novembre. Secondo l'accusa, il figlio del presidente del Senato il 19 maggio 2023 avrebbe filmato e inviato al deejay, tramite whatsapp, «un video a contenuto sessualmente esplicito, destinato a rimanere privato» che ritraeva la giovane senza il suo «consenso», si legge nell'avviso di conclusione indagini. A Gilardoni viene invece contestato, in base a quanto si legge nell’atto di conclusione delle indagini, l'aver inoltrato un video a un amico estraneo ai fatti. 

La vicenda di maggio 2023 si lega anche all’inchiesta Equalize: l’indagato Samuele Nunzio Calamucci ha infatti rivelato ai pm di aver sentito ricevere dall’ex presidente Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali una telefonata da tale “Ignazio” nei giorni della presunta violenza sessuale. Sempre in quei giorni Pazzali avrebbe chiesto agli uomini della centrale di via Pattari numero 6 controlli sui membri della famiglia La Russa. L’ex manager, legato alla destra lombarda, ha tuttavia ribadito anche nel corso del confronto dello scorso 28 ottobre di aver richiesto quei controlli esclusivamente per testare un database in uso a Equalize. 

Intanto, dopo la decisione sull’archiviazione è intervenuto Stefano Benvenuto, legale della denunciante: «Si tratta di un provvedimento che considero contraddittorio e incompleto che non tiene conto di molteplici mie contestazioni come formalizzate a cui, per alcune di queste, non è seguita una risposta circostanziata. Nei prossimi giorni valuterò la migliore azione da intraprendersi anche alla luce dei limiti di impugnazione conseguenti al provvedimento emesso imposti dal Codice di Procedura».

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