Mancano poco più di due mesi e Ferrara andrà alle urne per il rinnovo del consiglio comunale e il sindaco. Il clima è incandescente, anche per via di alcuni esposti e delibere sospette su elargizioni di fondi pubblici. L’8 e 9 giugno, in contemporanea al voto per le Europee, i cittadini estensi dovranno dunque scegliere se rinnovare il mandato all’attuale primo cittadino, in quota leghista, Alan Fabbri, oggi impegnato in un vero e proprio tour elettorale sul territorio. Sostenuto in tutto da sei liste (oltre alla civica “Alan Fabbri sindaco”, quelle di Lega, Fratelli d’Italia, Ferrara al Centro e Udc per Ferrara), Fabbri sarà “sfidato” dal candidato di centrosinistra Fabio Anselmo e dai candidati civici Daniele Botti e Anna Zonari.

Prima di Fabbri, Ferrara è stata per oltre settant’anni “fortino” della sinistra. La giunta leghista non è al massimo del suo splendore. Come in Sicilia, i guai giudiziari non mancano: il vicesindaco, Nicola Lodi è imputato di induzione indebita, ha scelto il rito abbreviato per difendersi dall’accusa di aver chiesto al presidente della Cooperativa Cidas, Daniele Bertarelli (oggi rinviato a giudizio), di prendere un provvedimento nei confronti di un dipendente che lo aveva offeso.

Ma c’è dell’altro. Basti pensare a tutti i dubbi, le perplessità e i sospetti che trapelano dalle fila dell’opposizione e che si riferiscono a un certo utilizzo, da parte dell’amministrazione Fabbri, dei fondi pubblici. «Fondi – dicono appunto le opposizioni – elargiti ai privati per organizzare grandi eventi. Una pratica da “panem et circenses”».

Non a caso lo scorso mercoledì Anna Ferraresi, consigliera del Gruppo Misto, ha presentato, su tutte le “incongruenze” riscontrate, un esposto in Procura a Ferrara. La consigliera aveva già depositato nel 2023 un primo esposto alla Corte dei Conti di Bologna, nonché una segnalazione alla Guardia di Finanza. Nel frattempo il sindaco leghista Alan Fabbri tira dritto. «Marrara e San Martino, due tappe inaugurali di questo tour - scrive su Facebook il sindaco leghista - A San Martino ho avuto praticamente un plebiscito durante le scorse elezioni. Spero - ha concluso - di non dare mai l’impressione di tradire la vostra fiducia».

Concerti, no opere di bene

Il metodo contestato di stanziare denaro pubblico ruota attorno ad Amsef, società controllata dal Comune, la cui attività principale è quella relativa ai servizi funebri e che in tre anni e mezzo ha però finanziato eventi musicali e di divertimento. Si va dai quasi 500mila euro per il Summer Festival, il Winter Park e via dicendo. Certo, è tutto legittimo: c’è un regolamento che lo stabilisce ed è quello approvato solo nel 2023 da Ferrara Tua, società unipersonale del Comune di Ferrara, nonché controllante di Amsef. «Tali erogazioni saranno corrisposte dalle società controllate su indicazione della controllante Ferrara Tua Spa seguendo le linee di indirizzo declinate dal seguente Regolamento», si legge nell’atto. Pertanto, tutto regolare. Va bene – perché nulla lo vieta – che una società di servizi funebri “sponsorizzi” concerti. E del resto, le risorse non mancano: tariffe salate per cremazioni e procedure di sepolture. Ma a questo punto bisogna fare un passo indietro, ai terribili giorni della prima ondata del Covid-19.

Conto salato

Era il primo giorno di primavera del 2020 e la città di Ferrara accoglieva alcuni dei camion provenienti da Bergamo. Su quegli stessi mezzi viaggiavano le salme dei morti di Covid. Ferrara, al pari di altre città come Modena e Parma, solo per citarne alcune, si rendeva disponibile ad accettarle, quelle bare, per eseguire le cremazioni e poi far riportare le ceneri a Bergamo.

C’è un video di ben dodici minuti, targato “Alan Fabbri Facebook”, che mostra il sindaco della città estense ricevere in città le salme. Un atteggiamento di rispetto nei confronti di quelle vittime, di tutte le vittime della pandemia, che tuttavia non sembra essere stato mantenuto al momento di battere cassa. Gli importi per le cremazioni previsti da Ferrara furono di 563,47 euro, vale a dire il 50 per cento in più rispetto alla tariffa della città di Padova, pari a 240 euro per i procedimenti di sepoltura avvenuti dall’1 al 13 aprile, e di tutti quegli altri centri che, considerato il momento, decisero di propendere per costi agevolati.

Il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, allora si indignò davanti a quote assai elevate. «Non c’è limite alla vergogna», scrisse sui social, dimenticando, probabilmente, che una delle tariffe più alte veniva chiesta da Ferrara, a guida leghista. Nessun grande sconto, quindi, per i morti di Bergamo.

I soliti noti

Le opposizioni, inoltre, hanno evidenziato come molti di questi fondi pubblici “destinati” ai privati andassero e vadano nelle mani dei “soliti noti”. «È interessante notare - scrive ancora, in una interrogazione, la consigliera d’opposizione del Comune di Ferrara, Anna Ferraresi - a quali società siano state erogate queste sovvenzioni. Parliamo - continua - di società beneficiarie che includono Studio Borsetti Srl (221mila euro), Music Event di KK & C sas (99mila euro), Associazione Butterfly (60mila euro) e Unconventional Events Srl (25mila euro)».

C’è, tra queste, come si diceva, lo Studio Borsetti, nota agenzia di comunicazione del territorio. Tra le erogazioni, sempre per citarne qualcuna, quella del 2021, di 30mila euro per l’evento inaugurale del Parco Marco Coletta; quella del 2022 di 24mila euro per il Giardino per Tutti; quella del 2023 di 35mila euro per il Ferrara Winter Park.

Nicola Borsetti, a guida dello studio, è anche il presidente dell’Ente Palio Ferrara, trasformato – grazie alla Giunta Fabbri - in fondazione («Dopo un lungo percorso siamo riusciti a trasformare in realtà questo progetto ambizioso», dichiarava per l’occasione Fabbri). In un’altra interrogazione domanda «a quale titolo il presidente dell’Ente Palio e imprenditore legato al Comune da importanti contratti economici, fosse anch’egli presente nella squadra degli accompagnatori al fianco di Lodi, imputato per un grave reato». La consigliera si riferisce al vicesindaco di Ferrara, Nicola Lodi, accompagnato, dallo stesso Borsetti, a un’udienza riguardante il già citato caso Cidas. Con tali premesse non è affatto scontato un nuovo successo della Lega.

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