In Libia, al largo di Bengasi, in acque internazionali, due pescherecci italiani sono stati avvicinati nella notte di ieri da una motovedetta libica, che ha aperto il fuoco contro di loro. Si tratta dei motopesca Salvatore Mercurio e Luigi Primo, entrambi di Catania

La dinamica dei fatti

I proiettili sparati dai libici erano diretti contro il motopesca Salvatore Mercurio. Gli spari non hanno arrecato alcun danno e sono da interpretare come un avvertimento a tenersi lontani dalla zona. Secondo la Libia, infatti, i due pescherecci si trovavano all’interno della sua zona di protezione della pesca (Zpp). 

I due pescherecci hanno immediatamente allertato la Marina militare italiana, che è intervenuta con la fregata Grecale, operativa nell’area centro meridionale del Mediterraneo. La Marina si è diretta verso l’area degli spari e ha contattato l’unità libica comunicandole che i pescherecci si trovavano fuori dai limiti della zona di protezione della pesca dichiarata dalla Libia.

Dopo aver raggiunto i motopesca, la fregata della Grecale ha fatto trasbordare alcuni sanitari a bordo dei pescherecci per accertare le condizioni di salute dell’equipaggio. Nel frattempo, la motovedetta libica si era allontanata dall’area. La Marina ha fatto sapere che «il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini è stato prontamente informato dei fatti e dell’evolversi della situazione».

Il precedente

Già lo scorso anno si era verificato un episodio analogo. La guardia costiera libica aveva sparato contro due pescherecci italiani ferendo al braccio Giuseppe Giacalone, il comandante della  nave Aliseo che si trovava a circa 40 miglia da Tripoli. 

Dopo gli spari le autorità libiche hanno autorizzato i soccorsi effettuati da parte della Libeccio, la nave della Marina militare italiana che si trovava a decine miglia dalla zona. Il comandante Giacalone è stato trasportato all’interno della nave militare, mentre il peschereccio è stato rilasciato e ha fatto ritorno verso le coste italiane insieme alle altre imbarcazioni che si trovavano nella Zona di protezione di pesca (Zpp) della Libia.

Gli spari libici erano partiti da una motovedetta che l’Italia aveva regalato alla guardia costiera del paese nordafricano per contrastare i flussi migratori.

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