- Dopo anni di relativa calma, si è rapidamente e nuovamente diffuso quel “panico da intelligenza artificiale” che già era stato protagonista negli anni attorno al 2015
- Ma davvero le nuove forme di intelligenza artificiale generativa rappresentano il primo passo nella direzione di algoritmi che metteranno a rischio il ruolo dell’essere umano?
- Nonostante alcuni comprensibili timori, molti esperti ritengono che ciò non sia possibile: per comprendere il mondo, gli algoritmi dovrebbero prima di tutto interagire con l’ambiente che li circonda. Ed essere quindi dotati di un corpo
Negli ultimi mesi i timori relativi ai rischi legati all’evoluzione apparentemente inarrestabile degli algoritmi di deep learning si sono moltiplicati. «Dovremmo davvero sviluppare menti non umane che potrebbero un giorno superarci di numero, diventare più intelligenti di noi, renderci obsoleti e rimpiazzarci?», si legge per esempio nell’appello per la sospensione dello sviluppo dell’intelligenza artificiale diffuso dal Future of Life Institute e che ha avuto Elon Musk tra i primi firmatari.



