Il primo cittadino è tra gli oltre ventuno iscritti della maxi indagine sulla gestione dell’urbanistica condotta dai pm meneghini. «Trovo allucinante che il sindaco apprenda dai giornali di essere indagato e non dalla Procura. Si tratta di un metodo inaccettabile», ha commentato il primo cittadino, che lunedì riferirà in consiglio comunale
«Ciao Beppe. Scusa il disturbo su un tema che mi riguarda come prof. Davvero non avrei voluto farlo ma domani ho conferimento in Commissione Paesaggio dopo due bocciature su Progetto Bosco Verticale Porta Nuova. Ne ho parlato a lungo con Giancarlo, Mario e Malangone. Marinoni sta sbagliando nel chiederci variazioni che non c'entrano nelle competenze della commissione. E non solo con noi. Se insiste rischiano rottura e ricorso Tar e Catella che va sui giornali. Ho suggerito di spostare conferimento. Scusa, ultima cosa crearti problemi ma prendilo come warning per domani. Ciao».
È il 21 giugno del 2023 e l’archistar Stefano Boeri scrive al sindaco di Milano, Beppe Sala. Quelli che usa, rilevano i pm meneghini, sono «toni di comando». Al centro della conversazione un tema caro all’architetto indagato, come il primo cittadino, nella maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica coordinata dall’aggiunta Tiziana Siciliano. Si tratta, cioè, del progetto dello stesso Boeri sul Pirellino che, in quei giorni, non sta ottenendo il cosiddetto via libera.
Sempre su Whatsapp, in quel giorno di due anni fa, arriva anche la risposta del primo cittadino: «Mi dicono che non è solo il Presidente. Ovviamente so quello che mi riferiscono. E devo fidarmi del giudizio di Giancarlo (l’assessore Tancredi, ndr). Domani mattina comunque rivedo con calma».
Il giorno dopo arriva e i pubblici ministeri della procura di Milano guidata da Marcello Viola non possono fare a meno di annotare. «Boeri manda due vocali a Catella avvisandolo che il progetto ha ottenuto il parere favorevole condizionato, raccontando che le obiezioni di Marinoni erano sparite completamente».
Le ipotesi di reato che i magistrati contesterebbero a Sala sono due. La prima è di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone relativamente alla nomina del presidente della Commissione per il paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni. La seconda ipotesi di reato è proprio quella di induzione indebita a dare o a promettere utilità intorno al progetto del “Pirellino”.
«Trovo allucinante che il sindaco apprenda dai giornali di essere indagato e non dalla Procura. Si tratta di un metodo inaccettabile», ha commentato il sindaco con Il Corriere della Sera. Il primo cittadino riferirà in consiglio comunale a Milano lunedì 21 luglio. Solo ieri, 16 luglio, aveva dichiarato di «non riconoscersi nel quadro delineato dalla procura». E sempre ieri anche Boeri si era difeso: «Sono convinto che io e il mio studio abbiamo operato in maniera corretta a proposito di un’architettura, la Torre Botanica, che da tempo è stato deciso di non realizzare».
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