- I giudici della Cassazione hanno confermato oltre 70 condanne, decise dalla Corte di appello di Bologna, nei confronti degli 87 imputati nel maxi processo “Aemilia” sulla presenza della ’ndrangheta in Emilia-Romagna
- «Terra di mafia», l’ha definita la procuratrice generale Lucia Musti durante un intervento per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Poche settimane dopo è stata bersagliata dalle intimidazioni
- A partire dagli anni Settanta, in particolare ‘ndrangheta e camorra, hanno trasformato le città emiliane in fortini finanziari. Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, sono diventate dei «bancomat» delle cosche
I giudici della Cassazione hanno confermato oltre 70 condanne, decise dalla Corte di appello di Bologna, nei confronti degli 87 imputati nel maxi processo “Aemilia” sulla presenza della ’ndrangheta in Emilia-Romagna. Negli ultimi dieci anni nella regione l’antimafia ha concluso indagini complesse sulle articolazioni finanziarie dei clan e i boss hanno minacciato di morte giornalisti e magistrati. «Terra di mafia», l’ha definita la procuratrice generale Lucia Musti durante un intervento per l’



