Cibo

Il cambiamento del Noma è solo l’inizio della rivoluzione

FILE - Monday, Nov. 2, 2015 file photo of chef Rene Redzepi co-owner of the Noma restaurant, poses at the site of the defunct navy mine depot from 1917, on the border of Christiania, Copenhagen, Denmark. One of Europe's most famous restaurants, Noma, is set to close at the end of next year and reopen as an eatery with its own vegetable farm on the edge of Copenhagen's edgy Christiania neighborhood. (Joachim Adrian/Polfoto via AP, file) DENMARK OUT
FILE - Monday, Nov. 2, 2015 file photo of chef Rene Redzepi co-owner of the Noma restaurant, poses at the site of the defunct navy mine depot from 1917, on the border of Christiania, Copenhagen, Denmark. One of Europe's most famous restaurants, Noma, is set to close at the end of next year and reopen as an eatery with its own vegetable farm on the edge of Copenhagen's edgy Christiania neighborhood. (Joachim Adrian/Polfoto via AP, file) DENMARK OUT
  • È sotto gli occhi di tutti che proprio nel momento storico in cui si discute della sostenibilità nella ristorazione il lavoro nel settore sembra sempre meno sostenibile.
  • Molta discussione ha generato l’annuncio della chiusura di uno dei ristoranti simbolo del fine dining internazionale, il Noma di Copenaghen.
  • Lo chef Rene Rezdepi, colui che ha portato la cucina nordica ad essere presa come canone estetico in tutto il mondo, ha dichiarato che il ristorante chiuderà dal 2024 a causa dell’insostenibilità dei costi.

Sostenibilità. È questo l’innegabile mantra che sembra guidare il nuovo corso della ristorazione italiana e non solo. Una forte attenzione alla filiera dei prodotti, che siano appunto sostenibili in tutte le loro fasi, sia dal punto di vista ambientale ma anche economico pagando il giusto i produttori così da non schiacciarli dentro logiche di economie di scala che non garantiscono appunto né la qualità né la profittabilità. Così come sostenibilità delle strutture, tra risparmio energetico e

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