La notizia era nell’aria da alcuni giorni ma ora è ufficiale: si è conclusa la conferenza dei servizi sulla cessione a Milan e Inter dell’area di San Siro. Convocato in tutta fretta a bando ancora aperto, il tavolo tecnico era il primo passaggio formale per procedere alla cessione definitiva dell’area. Nel corso dei lavori, durati poco meno di un mese, hanno espresso il proprio parere enti amministrativi e tecnici: da Regione Lombardia ad Arpa passando per quello più atteso della Sovrintendenza.

Il vincolo sul secondo anello

E proprio dalla Sovrintendenza arriva il parere che più farà discutere: il vincolo sul secondo anello del Meazza scatterà il 10 novembre 2025, come già comunicato. Secondo l’ente, infatti, «il primo documento che attesti formalmente l’avvenuta ultimazione delle opere risulta essere il verbale di constatazione di compimento dei lavori datato 10 novembre 1955».

È dunque quella, secondo la Sovrintendenza, la data da cui far decorrere i 70 anni dell’opera necessari a far scattare la tutela sul secondo anello del Meazza. Un parere con cui l’ente ribadisce la propria posizione rispondendo in modo indiretto agli esposti presentati dal comitato “Si Meazza” secondo cui il vincolo sarebbe già scattato visto che già nei primi mesi del 1955, a lavori ancora in corso, era stato utilizzato in alcune partite di campionato ed amichevoli. Una tesi parzialmente accolta dalla Sovrintendenza, che ha datato al 29 giugno 1955 la prima partita disputata con il pubblico disposto anche al secondo anello, che ha però sottolineato come solo alla conclusione dei lavori si potevano riscontrare «le principali caratteristiche compositive, strutturali e morfologiche del bene».

Torri e i grattacieli

Sempre dalla Sovrintendenza, poi, sono arrivate una serie di disposizioni accessorie che i club dovranno necessariamente tenere in considerazione nella stesura del progetto. Il primo tema affrontato è quello relativo alle 11 torri cilindriche realizzate insieme al terzo anello in occasione dei mondiali del 1990. Su questo aspetto, non potendo porre un vincolo per la giovane età dell’opera, l’ente ha chiesto di studiare «una soluzione progettuale che consenta di mantenere memoria del sedime di una parte degli 11 torrioni cilindrici». Come? «Ad esempio – scrive la Sovrintendenza – mantenendone traccia nella pavimentazione esterna oppure nell’arredo urbano (come panchine) o valutando la possibilità di proiezioni luminose che suggeriscano gli ingombri volumetrici dei torrioni nelle ore serali e notturne». Una magra consolazione per quelli che, di fatto, sono gli elementi più iconici e riconoscibili della Scala del calcio.

Ma un vincolo alle squadre più netto la sovrintendenza lo pone sull’altezza delle future strutture che sorgeranno nell’area. «Al fine di non alterare eccessivamente lo skyline del contesto – si legge nel parere – sarà opportuno che l’altezza massima del nuovo stadio e dei volumi accessori del comparto plurivalente non superi quella dell’attuale stadio». Qualsiasi opera che verrà edificata nell’area, dunque, dovrà essere più bassa del Meazza per non alterare l’assetto del quartiere.

Inquinamento acustico e ambientale

Altro aspetto critico del nuovo impianto sarebbe il suo impatto ambientale e l’inquinamento acustico che potrebbe generare. Sulla questione è intervenuta Arpa, agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Lombardia, promuovendo il nuovo impianto dal punto di vista sonoro ma precisando che «il flusso della folla in entrata e in uscita dallo stadio dovrà essere gestito in modo da ridurre l’impatto sui ricettori residenziali più vicini». Prima delle partite e al termine degli incontri, dunque, i tifosi dovranno essere incanalati verso l’area nord-est in modo che «gli edifici residenziali più vicini possano beneficiare della schermatura fornita dalla struttura dello stadio». 

Critica invece la posizione dell’agenzia sulle emissioni di Co2 su cui le squadre non danno garanzie. «Si rileva – si legge nel parere firmato dalla dirigente Elisa Nava – la genericità dellat trattazione che non prevede una descrizione dettagliata degli assunti e delle procedure utilizzate per la progettazione degli interventi per l’adattamento climatico». Dal documento presentato dai club a inizio marzo, insomma, mancano indicazioni specifiche su come le due squadre intendano contenere le emissioni in fase di realizzazione e successivo utilizzo del nuovo impianto. 

Cittadella dello sport

Dubbi arrivano da Regione e comune sulla realizzazione di una cittadella dello sport tra le opere accessorie, richiesta da bando. Da palazzo Lombardia chiedono di intervenire in modo deciso su questo tema evidenzado come «tale intervento rivestirebbe un carattere strategico non solo regionale ma anche nazionale» perché potrebbe fungere da traino per la promozione del panorama sportivo italiano. Ma di quella cittadella, al momento, non c’è traccia. Nel dossier presentato dalle due squadre vengono previsti come “impianti sportivi” un’area giochi per bambini ed un percorso ciclabile e per gli skateboard. Proprio per questa dal comune di Milano arriva un parere più deciso: «In relazione alle nuove strutture sportive, posta la previsione di un loro significativo insediamento, non vengono specificate in maniera puntuale sia le tipologie di attività praticabili sia, pur potendone forse evincere la loro libera fruizione in taluni casi, quali di queste siano in forma aperta e quali possibili oggetto di convenzionamento».

Su questo aspetto, dunque Milan e Inter dovranno intervenire in maniera massiccia nel progetto che presenteranno al comune per l’acquisto definitivo dell’area.

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