Aggiornamento di martedì 8 febbraio

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza per eliminare l'obbligo di mascherina all’aperto in tutte le regioni a partire da venerdì 11 febbraio.

Il governo ha deciso di cancellare l’obbligo di mascherina all’aperto a partire dal prossimo 11 febbraio. È una piccola vittoria per il fronte “aperturista” nella maggioranza di governo, capeggiato dalla Lega, e una modesta e in parte inevitabile sconfitta per i rigoristi, come il ministro della Salute Roberto Speranza.

La decisione

L’ordinanza che prevede la cancellazione dell’obbligo di mascherina è stata firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, martedì 8 febbraio ed è valida su tutto il territorio nazionale a partire dall’11 febbraio: «Nei luoghi all'aperto è fatto obbligo sull'intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti», si legge nel documento. 

Nei giorni precedenti, prima il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri e poi, ancora più esplicitamente, il sottosegretario Andrea Costa, avevano assicurato che il governo intendeva estendere a tutte le regioni l’abolizione dell’obbligo e che un provvedimento in proposito sarebbe stato presto approvato.

Il segretario della Lega Matteo Salvini è stato il primo a festeggiare. «Dal governo annunciano lo stop all’obbligo della mascherina all’aperto. Bene», ha scritto su Twitter. Sempre l’11 febbraio dovrebbe essere consentita la riapertura delle discoteche, un altro punto per il quale Salvini e la Lega si battono da tempo.

Si tratta di una piccola vittoria politica nella battaglia di posizione per la riduzione delle misure anti pandemiche che il segretario della Lega è tornato a cavalcare dopo la sconfitta subita nella battaglia per l'elezione del presidente della Repubblica.

Il leader della Lega era tornato alla carica su questo fronte la scorsa settimana, quando aveva ritirato i suoi ministri dalla riunione di governo in cui veniva abolita la quarantena per gli studenti vaccinati con compagni di classe positivi, una norma accusata di essere «discriminatoria». Come già accaduto in molte altre occasioni nel corso dell’ultimo anno, Salvini adesso può rivendicare che la sua azione all’interno della maggioranza ha ottenuto dei risultati.

Cosa dicono gli esperti

L’obbligo di indossare la mascherina all’aperto era stato approvato dal governo Draghi lo scorso ottobre, ai primi segnali dell’arrivo della quarta ondata. Un obbligo simile era già stato introdotto a marzo 2020, nel corso della prima ondata, e poi nell’autunno dello stesso anno, con l’arrivo della seconda.

Gli esperti sono divisi sull’utilità delle mascherine all’aperto. Il rischio di infettarsi camminando per strada, in un parco o in un giardino è molto più basso rispetto ai pericoli che si corrono al chiuso. Ma eventi all’aria aperta che prevedono contatti tra molte persone per periodi prolungati rappresentano comunque un potenziale rischio.

Lo scorso aprile, il British Medical Journal ha ospitato un dibattito sul tema in cui i favorevoli all’uso della mascherina in tutte le circostanze hanno ricordato i focolai scoppiati durante particolari eventi all’aperto, come quello esploso ad un raduno di motociclisti in South Dakota e un altro iniziato a una festa nel giardino della rose della Casa Bianca, durante la presidenza Trump.

I contrari hanno sottolineato come non ci siano prove di grossi focolai scoppiati in eventi esclusivamente all’aperto: sia il raduno di motociclisti che la festa alla Casa Bianca, infatti, hanno avuto diversi momenti “al chiuso”. Per i contrari, l’obbligo di mascherina all’aperto rischia di far trascurare le più importanti misure di sicurezza da adottare al chiuso.

Ma tutti gli esperti concordano sul fatto che l’obbligo rappresenta per molti governi uno dei metodi più semplici e immediati per segnalare la serietà dell’epidemia e l’intenzione di farvi fronte con ogni mezzo.

Le mascherine in Italia

In Italia, questa motivazione è quasi sempre stata al centro delle considerazioni dei governi. A marzo e ottobre 2020 e poi di nuovo nell’ottobre 2021, i primi a far scattare l’obbligo sono quasi sempre stati i presidenti di regione, seguiti dal governo e sempre prima che venissero imposte misure più stringenti: lockdown, sistema a colori, coprifuoco. E l’obbligo è sempre rimasto in vigore più a lungo delle restrizioni più significative.

L’abolizione di questi giorni fa parte di un complessivo tentativo di tornare alla normalità che il governo Draghi sta portando avanti con crescente determinazione nelle ultime settimane, da quando cioè la quarta ondata ha iniziato una vistosa flessione. Tra le misure adottate ci sono la riduzione significativa delle circostanze che determinano la didattica a distanza e la quarantena degli studenti; lo svuotamento del sistema a zone colorate e la sua prossima cancellazione.

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