Il 18 marzo 2020 resterà per sempre nella memoria degli italiani: è il giorno in cui le salme delle vittime del Covid-19 furono trasportate fuori da Bergamo sui camion militari. A un anno di distanza, in quella che è diventata la Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia, Rai 3 propone un documentario che racconta come il coronavirus abbia segnato in modo indelebile la vita di tutta la popolazione mondiale. "Pandemic – Il mondo al tempo del Covid", è questo il titolo del documentario, una coproduzione internazionale Rai documentari con Mbc, la televisione pubblica sudcoreana, con la regia italiana di Luca Rosini.

L’Italia è stato il primo paese occidentale ad essere colpito dal virus in modo violento. Il dolore vissuto a Cremona e Bergamo si intreccia nel film con quello di persone sparse in tutto nel mondo, accomunate dallo stesso copione: la perdita di una persona cara, che si è spenta in solitudine, i familiari che non possono piangerla.

Metropoli deserte, abbracci negati, interi settori economici in crisi. Dal Brasile alla Svezia, passando per l’Inghilterra, l’Indonesia e la Corea del Sud, il documentario racconta la vita quotidiana durante il lockdown, il dolore e la solitudine ma anche le piccole e grandi risorse che hanno mantenuto in vita ognuno di noi, storie di disperazione, di resistenza, di vita vissuta e resilienza in un anno impossibile da dimenticare.

Gli autori sono tornati a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, dove si è registrata la prima vittima italiana del Covid-19 e dove è stato imposto il primo lockdown d’Europa, raccogliendo anche la testimonianza del virologo Andrea Crisanti, tra i primi a dare l’allarme. Nel film si racconta la storia del musicista Federico Paciotti, che non ha potuto dare l’estremo saluto alla madre, e di come la musica gli abbia dato la forza di reagire al dolore. Lo scrittore Paolo Giordano offre un’importante riflessione sull’umanità impossibilitata a celebrare l’atto fondamentale del rito funebre.

“Pandemic” raccoglie anche i video messaggi registrati con i cellulari da persone sparse per il globo, ognuno con le sue sofferenze e con le sue capacità di resistere. Un omaggio all’umanità, una riflessione sullo stato attuale della pandemia a livello globale e un messaggio di solidarietà che viaggia oltre le frontiere. «Pandemic è un grande affresco su una delle più grandi tragedie sanitarie della nostra epoca e sul suo impatto sulla società, la vita e la quotidianità di ciascuno di noi», ha dichiarato Duilio Giammaria, direttore di Rai documentari.  «Con questa co-produzione internazionale, Rai documentari affronta un tema di grande attualità, in linea con la sua missione di servizio pubblico volta a divulgare contenuti di qualità, di attualità, in grado di stimolare la riflessione del grande pubblico».

Il racconto di Rai documentari proseguirà giovedì 25 marzo su Rai Due con il secondo episodio della serie Pandemic, “Gli invisibili della pandemia” di Catia Barone, che affronta l’eredità del Covid-19 raccontando in presa diretta le vite dei “long-covid”, i reduci del coronavirus, che continuano a soffrire nonostante siano guariti dal virus.

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