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Avviare un’attività di panificazione che punti a fare cultura del pane significa anche connettersi con i luoghi, trovare il proprio posto nel mondo, trarne energia e valorizzarne le qualità.
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Nella penisola di Sjaellands Odde, punta estrema della cosa nord-ovest dell’isola danese di Selandia, Louise Bannon ha avviato la sua fattoria: un panificio agricolo fuori dalle rotte di passaggio.
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Altre storie del pane ci ricordano l’importanza di calarsi sul territorio: nelle Marche la pensano così i fratelli dell’azienda agricola Coste del Sole.
Raggiungere la punta più estrema della penisola di Sjaellands Odde è un viaggio nel viaggio. Da Copenaghen, in poco più di un’ora d’auto, il panorama tutt’intorno inizia a cambiare: quando ci si inoltra lungo la sottile striscia di terra che per quindici chilometri si protende nel mare di Kattegat, che separa l’isola di Selandia dallo Jutland, la sensazione è quella di abbandonare progressivamente un paesaggio addomesticato dall’uomo, per riscoprire la potenza di una natura che prende il soprav



