Nel suo primo messaggio per la Giornata mondiale del creato, il papa denuncia le guerre ambientali, i conflitti per le risorse e la devastazione che colpisce i poveri. La conversione ecologica non è solo morale, ma geopolitica
«Il creato viene trasformato in un campo di battaglia». Quello che Leone XIV ha scelto per il suo messaggio in vista della prossima Giornata mondiale del creato, è un linguaggio netto.
Il testo, intitolato “Semi di pace e di speranza”, denuncia senza ambiguità gli effetti distruttivi delle guerre sui territori e sulle comunità, e lega il collasso ambientale alla logica dei conflitti armati e dello sfruttamento delle risorse. Il documento, il cui tema era stato scelto da papa Francesco, è destinato ad accompagnare la celebrazione del 1° settembre, ma ha un valore che va oltre la ricorrenza liturgica.
A tre mesi dall’inizio del suo pontificato, Leone XIV segna una linea di continuità con Francesco sulla crisi climatica, accentuandone l’impronta geopolitica. Il decimo anniversario dell’enciclica Laudato si’ e il contesto del Giubileo 2025 diventano l’occasione per richiamare la centralità della giustizia climatica, non solo come dovere etico, ma come precondizione per la pace.
La lettura del fenomeno
Il testo presenta una lettura precisa delle dinamiche in corso. I danni provocati dalle guerre moderne non si limitano alle perdite umane e materiali, ma comprendono «le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità: aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche».
L’esempio più esplicito è quello della distribuzione iniqua delle materie prime, ma non mancano le condanne per la sofferenza delle comunità indigene. Scrive il pontefice: «Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la pace significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi».
Centrale è anche il riferimento a un progetto concreto promosso dal Vaticano: il “Borgo Laudato si’”, lasciato in eredità da Francesco. Una comunità nata a Castel Gandolfo, che viene presentata come esempio di ecologia integrale in atto.
La “Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato” sarà celebrata all’interno del “Tempo del Creato”, un periodo che va dal 1° settembre al 4 ottobre. Per il Vaticano, rappresenta ogni anno l’occasione per rilanciare l’attenzione sui temi ambientali.
Quest’anno, il contesto internazionale e la scelta di parole decise segnalano un cambio di passo. «La giustizia ambientale», sottolinea il papa, «non può più essere considerata un concetto astratto o un obiettivo lontano. Essa rappresenta una necessità urgente, che va oltre la semplice tutela dell’ambiente. Si tratta, in realtà, di una questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per i credenti, in più, è un’esigenza teologica»
La crisi climatica, nel messaggio di Leone XIV, è la matrice su cui si innestano diseguaglianze, conflitti e nuove forme di esclusione, ed è «ormai davvero il tempo di far seguire alle parole i fatti».
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