«L’ideatore». «Il promotore». «L’organizzatore». Per la procura di Milano, Enrico Pazzali, ex presidente della Fondazione Fiera, è questo e altro: il «vertice» del sodalizio criminale che operava nella sede di Equalize, la società di investigazioni dietro a cui si celava una vera e propria fabbrica di dossier.

Martedì il manager, legato agli ambienti di centrodestra, verrà interrogato dai pm che a luglio hanno notificato il provvedimento di chiusura indagine a quindici indagati, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio.

Pazzali, che ha chiesto ai magistrati di essere sentito, potrà dunque chiarire la sua posizione, tuttora piena di ombre e ambiguità. Secondo gli inquirenti, l’ex socio di Carmine Gallo, scomparso a marzo, «si occupava del procacciamento d’importanti clienti per Equalize e, pienamente consapevole che una delle principali fonti informative utilizzate dalla srl era lo Sdi, si avvaleva del proprio “braccio operativo”, Gallo, dal quale riceveva aggiornamenti su tutte le attività svolte dalla società».

Dal canto suo, la difesa ha sempre sostenuto che Pazzali fosse tenuto «all’oscuro» delle attività illecite, in particolare dell’acquisizione di informazioni segrete dalle banche dati. Tuttavia per i pm non sarebbe andata così: il manager non solo sarebbe stato a conoscenza di tutto il “sistema”, ma «acquisiva illecitamente, per il tramite di altri componenti del sodalizio, informazioni Sdi».

Per quali finalità agiva? Perché Pazzali avrebbe cercato di acquisire informazioni? E come le avrebbe utilizzate? Tutti punti che i pm potrebbero sottoporre all’ex presidente che oggi rischia il processo.

Diversi, non a caso, gli episodi rimasti ancora senza risposta. Uno su tutti è quello riguardante la misteriosa telefonata ricevuta da Pazzali nella seconda metà di maggio 2023 da tale “Ignazio”, riferita agli investigatori dall’ex hacker Samuele Nunzio Calamucci in sede di interrogatorio.

Calamucci racconta di aver assistito alla chiamata, che sarebbe intervenuta dopo poche ore dal presunto stupro di una ragazza da parte del figlio di La Russa, Leonardo Apache, sul quale pende una richiesta di archiviazione per l’accusa di violenza sessuale e una richiesta di rinvio a giudizio per revenge porn. Secondo Calamucci, il manager, subito dopo la telefonata, avrebbe realizzato verifiche sui figli del presidente del Senato e sullo stesso La Russa.

«Fammene un’altra! Ignazio La Russa. E metti anche un altro se c’è. Come si chiama l’altro figlio?», dice Pazzali intercettato. Per quali ragioni? Poi emerge anche l’interessamento di Pazzali alla tornata elettorale lombarda con Attilio Fontana aspirante governatore.

O ancora il “giallo Santanchè”. Nelle carte si rileva che a giugno 2023 negli uffici della Fondazione Fiera Milano Pazzali avrebbe «organizzato un incontro con il Generale della Guardia di Finanza Fabrizio Carrarini» e la ministra del Turismo. Perché quest’incontro, organizzato quando le indagini su Visibilia condotte dalla Gdf sono in corso?

Un’altra domanda a cui Pazzali potrebbe rispondere. Il suo interrogatorio è uno degli ultimi atti dell’inchiesta, che entro la fine dell’anno potrebbe rivelare una sorpresa: la notifica di un secondo provvedimento di chiusura indagine nei confronti di coloro che risultano coinvolti nella storia di Equalize, la centrale di spionaggio che ha incrociato le linee del potere.

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