Iliad resta l’opzione numero uno nel dossier di consolidamento Tlc a cui lavorano Tim e Poste, diventato il principale azionista della telco con una quota del 24,8%.

A confermare l’intenzione di passare dal dire al fare sono gli amministratori delegati delle due società, Pietro Labriola (Tim) e Matteo Del Fante (Poste) in occasione della presentazione dei risultati trimestrali che per Poste sono stati in forte rialzo: l’utile netto si attesta a 597 milioni, pari a una crescita del 19,1% (inclusi i 27 milioni di plusvalenza realizzata sull'operazione di cessione e acquisto delle azioni Nexi e Tim).

«Abbiamo registrato ricavi e profittabilità a livelli record e una crescita a doppia cifra del risultato operativo (Ebit) anno su anno», ha evidenziato Del Fante.

«Continueremo a perseguire la possibilità di giungere a un accordo con Iliad», ha detto Labriola nel ricordare che si tratta dell’operazione preferenziale. L’ipotesi alternativa di un’operazione con WindTre è invece altamente improbabile: «Sarebbe complesso, perché la quota di mercato supererebbe il 40-50% sia sul fisso che sul mobile» e dunque non otterrebbe il via libera dall’Antitrust per questioni di concorrenza.

Ma l’ad di Tim non esclude sinergie a livello di condivisione della rete attraverso una possibile joint venture. Da parte sua Matteo Del Fante ha ribadito che l’investimento in Tim è «strategico e di lungo termine» e che Poste intende «sostenere il consolidamento del mercato italiano delle telecomunicazioni».

L’integrazione dei servizi

Intanto si inizia a lavorare alle sinergie fra le due società: «Abbiamo sottoscritto un memorandum of understanding con Tim per un nuovo contratto, che garantirà a Postepay l'accesso all'infrastruttura di rete mobile di Tim a partire dal 1° gennaio 2026». I servizi voce e dati saranno dunque migrati sulla rete della telco. «Sulle sinergie con Poste – ha puntualizzato Labriola – scopriremo i dettagli più in là nell’anno. Stiamo lavorando e dopo l’estate ci saranno sorprese su nuovi servizi».

Dettagli che riguarderanno Consumer ed Enterprise: nelle slide presentate alla comunità finanziaria al “capitolo Poste Italiane” si annuncia nero su bianco la «potenziale collaborazione fra Tim Enterprise e Poste sulle soluzioni Ict (tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ndr)». E Del Fante durante la call con gli analisti ha detto: «Con Tim stiamo lavorando molto bene, vediamo quali potranno essere le sinergie aggiuntive, più ci lavoriamo più vediamo possibili opportunità ma questo richiede del tempo».

È sul cloud che sono puntati i riflettori di Tim: per la prima volta diventa il principale business di Tim Enterprise. I ricavi da servizi sono balzati del 24% anno su anno anche grazie ai servizi offerti al Polo strategico nazionale, il cui contributo in termini di ricavi risulta raddoppiato. Smentite le indiscrezioni su un accordo imminente con Amazon: «Una partnership di Tim con Amazon nel cloud per ora è fantascienza. Abbiamo partnership con grossi player che non sono secondi a nessuno», ha detto Labriola (fra i grossi player il numero uno è Google con cui l’azienda vanta un accordo da anni) pur non escludendo l’opzione «porte aperte per colloquiare su ulteriori sviluppi».

Fastweb – Vodafone

Il cloud diventa un fiore all’occhiello anche per la nuova Fastweb-Vodafone che ha presentato i risultati della prima trimestrale figlia della liaison che ha dato il via al consolidamento delle Tlc in Italia. Fastweb Vodafone ha messo a segno un balzo del 9,2% dei ricavi nel segmento B2B che include cloud, IoT, cybersecurity e reti mobili private, per un giro d’affari di oltre 200 milioni.

E la società guidata da Walter Renna intende crescere ancora nella componente business nonché in quella wholesale che ha registrato una crescita addirittura del a 34,4%. E si va avanti sul piano di integrazione «in linea con le tempistiche previste» anche se il 2025 sarà un anno di transizione in cui la nuova strategia verrà gradualmente implementata», puntualizza l’azienda in una nota.

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