- A imporsi è una figura che non ha alle spalle una ‘carriera’ da scrittore, né in generale una esperienza o professionalità letteraria significativa: Come d’Aria è infatti la prima prova narrativa di Ada D’Adamo, che si era occupata di danza e teatro prima di ammalarsi gravemente e morire – un mese dopo la candidatura del suo libro allo Strega.
- Mentre altri finalisti puntano sull’enfasi verbale, sul ‘pieno’ emotivo, sul coraggio e un po’ sull’idealismo, d’Adamo sottolinea il vuoto di senso, la distanza dalle cose, l’assenza di parole, il lasciar perdere: e così facendo svolge il vecchio eterno lavoro del romanzo, che è smascheramento dell’inautentico.
- Se La traversata notturna di Andrea Canobbio gli era forse superiore per qualità artigianale e progetto complessivo, Come d’aria non può e non deve essere ridotto a un referto carico di pathos (in una edizione del premio sovraccarica di traumi)
Assegnato ieri nella consueta cornice del Ninfeo di Villa Giulia a Roma, il premio Strega 2023 va a Ada D’Adamo, con Come d’aria, pubblicato da Elliott: una vittoria per certi versi sorprendente – la favorita alla vigilia, staccata alla fine di quindici voti, era Rosella Postorino, con Mi limitavo ad amare te, edito da Feltrinelli. Nel complesso un’edizione storica, per diverse ragioni. Storica innanzitutto perché si afferma una scrittrice, circostanza che allo Strega si verifica sempre con p



