Cultura

Ada d’Adamo, danzatrice e scrittrice, maestra dell’aria

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Ada D'Adamo (foto condivisa da Elliot Edizioni)
  • La scrittrice candidata al premio Strega è morta sabato. Come d’aria, il libro nella dozzina di semifinalisti non è un libro-testimonianza, non è un libro sulla malattia, sulle malattie, è precisamente una continua operazione di reinterpretazione della brutalità oggettiva.
  • La brutalità è toccata in sorte a lei e alla figlia Daria, affetta da oloprosencefalia. Ma il suo non è un libro che si limita a esporre desolanti dati di realtà, quel che, privatamente, certo non in una recensione destinata alle pagine di un giornale, definiremmo «somma di sfighe».
  • Ada d’Adamo fu anche danzatrice, si diplomò all’Accademia Nazionale di Danza e di danza scrisse molto, ed è questa, credo, la chiave per entrare in questa piccola, sfrontata, libera meditazione sulla condizione umana.

Ci sono temi respingenti. Libri respingenti. Disabilità e cancro. Magari insieme. «A tutto c’è un limite», «mica ancora a me», invece sì. Ancora a te. Ti nasce una figlia con una gravissima malformazione cerebrale, fallimento della diagnostica prenatale, e tu ti ammali di cancro. Quarto stadio, solo questione di tempo. Questo si potrebbe dire di Come d’aria, semifinalista allo Strega di quest’anno, libro di cui si sta parlando parecchio in queste ore a causa del fatto che due giorni dopo l’an

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