I carabinieri di Agrigento hanno notificato dieci avvisi di garanzia ad altrettante persone ai vertici nazionali e regionali di Italgas, indagate dalla Procura per disastro colposo e omicidio colposo plurimo, nell'ambito dell'inchiesta sull'esplosione dell'11 dicembre scorso a Ravanusa – in provincia di Agrigento – in cui morirono nove persone, compresa una donna al nono mese di gravidanza. 

Da quanto si apprende, gli avvisi di garanzia nei confronti di alcuni manager di Italgas – la società che gestisce la distribuzione del gas nel comune agrigentino –, sono stati notificati come «atto dovuto» per consentire la nomina dei consulenti di parte in un «accertamento irripetibile» in programma per martedì prossimo, 4 gennaio.

L’accertamento verrà eseguito sul luogo dell’esplosione che rase al suolo un palazzo in via Trilussa, distruggendo due palazzine e danneggiandone altre quattro. Nove persone sono morte nello scoppio e nel crollo che ne seguì, mentre due donne sono state estratte vive dalle macerie. 

Italgas ha fatto sapere in un comunicato che prende atto dei provvedimenti, e «conferma la massima collaborazione nel corso delle prossime attività a supporto agli inquirenti, come ha fatto fin dall’inizio».

L’indagine della procura

Passata l’emergenza, si era cominciato a indagare sulle cause dell’esplosione. Alcuni testimoni avevano detto di aver sentito odore di gas nei giorni precedenti, e Luca Cari, il portavoce nazionale dei vigili del fuoco, aveva ipotizzato «una grossa perdita, non dalle condutture di uso familiare, ma dalla rete di distribuzione esterna».  

La procura di Agrigento aveva quindi aperto un’indagine che ipotizzava i reati di disastro e omicidio colposo, sequestrando un'area di 10mila metri quadrati e nominando un consulente tecnico. Da parte sua, l’Italgas aveva smentito presunti lavori di manutenzione nell’area, dichiarando di non aver ricevuto segnalazioni di perdite di gas provenienti dalla via in questione.

Martedì le ruspe scaveranno sotto le macerie del palazzo, per cercare di capire se e quanto la rete del metano fosse effettivamente danneggiata, e se un eventuale deterioramento sia dovuto alla mancata manutenzione della rete. Intanto la procura di Agrigento ha nominato i tre medici legali che eseguiranno le autopsie sui corpi delle vittime.

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