Le carte dell’inchiesta

Certificati medici, messaggi e narcotraffico: il Far west nel carcere romano di Rebibbia

La procura di Roma ha scoperto un giro di documenti per fare uscire i detenuti. Complice un medico del servizio tossicodipendenze. C’è anche un secondo filone che riguarda un gruppo di narco reclusi che grazie ai servigi di un avvocato inviano messaggi all’esterno

«A Puglisi gli hanno dato l’affidamento eh… io lì ho fatto un capolavoro eh…sono proprio contento… io l’ho preso perché mi sembrava assurdo che doveva sta per Genova per dieci anni per devastazione e saccheggio quando quelli della Diaz hanno ammazzato de botte la gente e c’avevano pure i gradi e lui stava in carcere. Ho detto no: per me diventa un fatto etico». A parlare, ignaro d’essere intercettato dagli uomini dell’Arma, è Vincenzo Saulino, psicologo in forze al Serd dell’Asl Roma 2 interno a

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