Il Lazio passerà in zona arancione da martedì, la Toscana, la Calabria e la Valle d’Aosta da lunedì saranno rosse, mentre tutte le altre zone rosse resteranno nella fascia di rischio più alta. Come tutti i venerdì, oggi è arrivato l’annuncio dei cambi di colore delle regioni, decisi sulla base dei dati sull’andamento locale dell’epidemia di Covid-19 elaborati dalla cabina di regia che si è riunita oggi alle 12. 

Oggi c’è stata anche una conferenza stampa del presidente del Consiglio Mario Draghi, in cui è stata annunciata l’intenzione di riportare in presenza tutte le classi fino alla prima media anche in zona rossa. Draghi ha anche fatto il punto sul vertice europeo che si è tenuto ieri, della situazione della campagna vaccinale e delle conclusioni della cabina di regia. L’indice Rt nazionale è sceso a 1,08 da 1,16 di sette giorni fa.

Nel frattempo, il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato che il Lazio è passato in zona arancione grazie al fatto che per due settimane consecutive ha avuto numeri compatibili con questa fascia di rischio. Ieri, il presidente della Valle d’Aosta aveva annunciato che da lunedì anche la sua ragione sarebbe entrata in zona rossa. Un po’ di caos, invece, in Toscana: inizialmente indicata come arancione, dopo un riconteggio dei dati la regione guidata da Eugenio Giani è invece inserita nella fascia con più restrizioni: «Il ministro Roberto Speranza mi ha appena comunicato le risultanze della cabina di regia del Comitato Tecnico Scientifico. I dati della Toscana hanno un valore di contagi su 7 giorni pari a 251 su 100mila abitanti, rispetto al limite previsto dal decreto legge approvato dal governo Draghi di 250 su 100mila abitanti. Il decreto del ministero della Salute prevede quindi la zona rossa per la Toscana da lunedì 29 marzo fino al 6 aprile, tenendo conto che nei giorni 3-4-5 aprile si sovrappone al provvedimento del governo per la zona rossa prevista in tutta Italia», ha scritto il governatore su Facebook. In rosso anche la Calabria.

Non ci saranno altri spostamenti. La Lombardia, ad esempio, resterà in zona rossa perché ha ancora più di 250 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti, una condizione che impone automaticamente l’entrata in zona rossa. 

Già nei giorni scorsi era divenuto chiaro che nessun’altra regione aveva numeri sufficientemente bassi da essere spostata in una fascia di rischio più leggera. «Probabilmente siamo in fascia rossa», aveva a anticipato oggi il presidente della regione Luca Zaia, una delle poche regioni per cui si poteva ipotizzare un passaggio.

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